«Il maestro e il suo dottore» Diagnosi di un’amicizia

Cronaca di una amicizia, tra confidenze, momenti, stralci inediti di vita privata. Dieci anni dopo la scomparsa di Giorgio Strehler il suo amico e medico personale, e consigliere d'amministrazione del Piccolo, Maurizio Bruni ci offre del geniale regista un ritratto denso e intimo, corredato di immagini inedite. «Il Maestro e il suo dottore, Strehler, Milano, il Piccolo», con prefazioni di Luca Ronconi e Pamela Villoresi, Edizioni Melquiades (14 euro, parte dei proventi sarà devoluta all'associazione IAD Bambini Ancora, www.bambiniancora.org), «un libro che non è una biografia, ma il racconto di un rapporto, e che racconta qualcosa di non celebrativo di un personaggio celebrato», come lo definisce Luca Ronconi. «Quando Giorgio venne a mancare, presi appunti per non dimenticare», ricorda Maurizio Bruni. Nasce così questo viaggio attraverso un'amicizia intensa, nata tra due persone con convinzioni diverse, a partire proprio dalla politica, «Le differenze politiche tra me e Giorgio non erano distanze», dice Bruni, e che getta uno sguardo anche sulla Milano degli anni Novanta.
STREHLER E LA RELIGIONE
«Certe volte, Giorgio mi sconvolgeva», dice Bruni con un sorriso. «Come quando mi parlò delle sue convinzioni religiose». Rispetto infatti a quello che ci si sarebbe potuto aspettare, Strehler, nel corso di quelle discussioni in cui alle volte faceva capolino anche il gusto della provocazione tra amici, mette l'amico a parte delle proprie idee in materia di religione.
Scrive Bruni a pag.45, riportando le parole di Strehler: «Ma tu, che sei cattolico, credi in Dio, eh? Sei proprio sicuro che Dio esista? E certo tu pensi che io non creda. Del resto sono di sinistra, quindi dovrei essere ateo. Proprio venerdì scorso ero a cena con Sir John Eccles, il Premio Nobel per la medicina, che mi ha posto la stessa domanda. E io ho cominciato - e qui assottigliava la voce - a dirgli che no, non sapevo, non ero sicuro.
«No. - mi aveva interrotto Eccles - è impossibile e stupido per uno scienziato, per un uomo di cultura negare che esista un Dio!» ...«E anch'io dovetti ammettere che l'esistenza di un Dio non potevo proprio negarla».
STREHLER E MUSSOLINI
Bruni ricorda anche la curiosità di Strehler, uomo della Resistenza, nei confronti del Duce. Scrive Bruni a pag. 64: «Mi disse che aveva fatto l'impossibile per vedere Mussolini, quando era venuto per l'ultima volta a Milano, proprio nel locali di Via Rovello. «Quando tenne l'ultimo comizio, la sala del teatro era stracolma e anch'io volli intrufolarmi. Così lo vidi sul palco, mentre io stavo in piedi dietro l'ultima fila, appoggiato a una colonna, mescolato alle camicie nere. Sapevo che se mi avessero beccato mi avrebbero fucilato...».
LA FANTASCIENZA: UNA PASSIONE IN COMUNE
«L'incenso che perennemente bruciava sul mobiletto accanto a Giorgio fu uno dei due leitmotiv di ogni visita. L'altro era il numero impressionante di romanzi di fantascienza che leggeva.


Uniti dalla stessa passione per gli Urania, divergevamo sugli autori preferiti: a fronte del mio prediletto Isaac Asimov, Giorgio era eclettico, non selezionava gli autori ma leggeva di tutto, spesso anche due o tre libri contemporaneamente, estratti da una pila tenuta sul comodino, che poi buttava svogliatamente nel cesto ai piedi del letto».

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