La ricca Milano si riscopre fragile, più credulona di quel Sud che spesso viene dipinto ingenuo e sprovveduto, affezionato comè a tradizioni folcloristiche. Il recente ritrovamento, vicino alla stazione Centrale di animali utilizzati per riti esoterici è solo una tessera di un puzzle più variegato e per certi versi sorprendente.
Secondo lultimo rapporto dellAssociazione antiplagio, infatti, la provincia meneghina è quella che conta più maghi: 1.600 tra sedicenti stregoni, astrologi e cartomanti. Milano prima in Italia e nel nord, che ospita il 40 per cento dei «professionisti dellocculto», seguito dal Centro con il 31 per cento e dal Sud. Ma come è possibile che nella capitale finanziaria, sempre alla rincorsa del profitto, ci siano così tanti cittadini che sentono il bisogno di ricorrere alla magia? «Il motivo è semplice - spiega Giovanni Panunzio, dellAntiplagio -, a Nord ci sono più soldi. In uno slogan: al sud la superstizione, qui il business. Basti pensare che a volte i maghi si trasferiscono in Lombardia o in Piemonte perché il loro giro daffari può moltiplicarsi». E i maghi si sa, di fatture fanno solo quelle magiche, fiscali neanche a parlarne. «Sono tutti evasori - precisa - perché il cliente è il primo ad avere interesse a non lasciare traccia».
Clemente Lanzetti, docente di Sociologia delle religioni allUniversità Cattolica, aggiunge: «Non è vero che il meridione è più credulone, da un mio studio emerge come nel nord-ovest si creda maggiormente alla magia». La secolarizzazione è allorigine di questo fenomeno: «Al Sud la fede è ancora vissuta intensamente, mentre a Nord sempre di meno, così molte persone, deluse dalla religione, vanno alla ricerca di strade alternative. Dallo yoga alla new age fino allesoterismo». E proprio lesoterismo, un culto che si pone a metà strada tra il satanismo e la magia, sembra diffondersi sempre di più a Milano. Lallarme arriva dallEnpa (Ente nazionale protezione animali) che ha segnalato in più occasioni anomali ritrovamenti di carcasse di animali. Lultimo caso la settimana scorsa, in viale Lunigiana. «Siamo preoccupati dalla ripetitività degli episodi - denuncia Ettore degli Esposti -, sempre in luoghi nascosti, sempre gli stessi animali, sempre i medesimi oggetti: galli o galline ricoperti di miele e addobbati con nastri da regalo. Vicino candele consumate e bottiglie di alcolici, ormai vuote».
Secondo Giovanna Salvioni, docente di Antropologia culturale in Cattolica, il sacrificio degli animali riporta a riti voodoo, quindi questi episodi si prestano a due possibili interpretazioni: «O ci troviamo di fronte a italiani, forse giovani, che cercano di coprire il loro vuoto spirituale facendo il verso a culture diverse. Oppure, si tratta di riti celebrati da stranieri per obbligare loro connazionali alla prostituzione». Così una celebrazione che anticamente veniva praticata per propiziarsi la divinità, diviene una macabra cerimonia, svuotata del suo significato originario, per spaventare e ricattare donne ignoranti che non trovano alternativa alla vita di strada.
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