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«Mai caduti così in basso da quando c’è Schumacher»

Todt amaro: «Divario enorme». Raikkonen sferzante: «Vanno peggio di un anno fa». Il meno pessimista è Michael

Benny Casadei Lucchi

nostro inviato a Montecarlo

Due secondi e mezzo dal vertice. La prima Minardi solo tre posizioni dietro di loro. Non è mica bello. Barrichello comprimario è decimo, Schumi capo squadra è mestamente undicesimo. «Non andavamo così male da più di dieci anni, erano le stagioni 1993 e 1994», ammettono sconsolati dal box rosso-mortificato, erano le stagioni dei Berger e degli Alesi, del Cavallino inguaiato, della confusione grande e di Schumacher nemico al volante della Benetton. Stagioni che monsieur Jean Todt ricorda bene e forse per questo non si nasconde: «C’è poco da dire, un divario enorme dai primi».
Tanto indietro bisogna infatti andare per ritrovare la nazionale nostra dei motori così umiliata che pure i rivali osservano attoniti. Dice Kimi Raikkonen, l’algido finnico di nuovo davanti a tutti, mezzo secondo ha dato ad Alonso e alla Renault: «Volete sapere se la Ferrari saprà tornare al vertice? Diciamo che la situazione è difficile, perché è tutta colpa delle sue gomme: non può essere altrimenti quando un’auto è più lenta dell’anno prima». L’analisi dell’uomo McLaren-Mercedes non fa un piega, e Alonso la sottoscrive. Basta confrontare i tempi odierni con quelli del 2004 per scoprire che il Cavallino corre un secondo e mezzo più lento. «Colpa delle gomme Bridgestone», sentenzia il finlandese e dice quel che nel box maranelliano solo adesso, e ancora a denti stretti in onore del proverbiale spirito di corpo, cominciano ad ammettere: «Ci sono problemi di affidabilità, anche al mattino l’auto di Rubens ha perso del grasso, ma il problema gomme è quello principale».
Guai, però, a buttare a mare la Bridgestone: «Adesso siamo in difficoltà, però non scordatevi che con loro, dal ’99 a oggi, abbiamo vinto undici mondiali e che lo scorso anno il nostro dominio era in gran parte merito loro» precisano, mentre il nostro Fisichella (quarto) se la prende «con il sottosterzo che mi ha tolto 3-4 decimi» e il nostro Trulli s’accontenta del settimo tempo «perché dopo l’incidente di Ralf avevamo tutti paura dello sporco in pista e non ho tirato come avrei potuto».
Come venerdì, come a Barcellona, come sempre quest’anno il ferrarista meno abbattuto, perché ne ha viste troppe e ne ha risolte tante, è Michael Schumacher: «L’abbiamo capito da giovedì che sarebbe stato un week end molto duro, ma tutto può ancora accadere, per esempio potrebbe piovere. Di certo, alla vigilia ero più ottimista e non mi piace prendere due secondi e mezzo dalla pole. Siamo troppo lenti. Però il divario va spiegato: abbiamo difficoltà sul giro singolo e in più, a causa dei brutti risultati di Barcellona, siamo stati costretti a scendere in pista tra i primi, quando la pista era ancora sporca per le gare della Porsche Cup e l’apertura ai pedoni».
Se kaiser Schumi è costretto a parlare di pedoni che sporcano la pista significa che il momento è critico per davvero: «Ora dobbiamo solo concentrarci sulla strategia perché potremmo anche arrivare quinti visto che nel ritmo di gara non siamo messi male. Per questo non credo che ci doppieranno e, anche se tutto si complica, è ancora presto per rinunciare a pensare al mondiale tanto più che mi ha sorpreso il distacco inferto da Kimi ad Alonso...». Leggasi: se il finlandese dovesse dominare e tener dietro lo spagnolo, non sarebbe male in chiave campionato. Non fa invece calcoli Barrichello, anzi, è lapidario: «La verità è che gli altri hanno tutti fatto dei salti in avanti e noi dei passi indietro...

La verità è che ormai siamo in lotta contro noi stessi».

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