«Trovo scandaloso - ha commentato la Maiolo - che Milano debba subire l´occupazione militare degli abusivi. I vigili fanno quello che possono, ma non riescono ad arginare la situazione. La questura ha sorvegliato in questi giorni molto bene la Triennale, dove oggi (ieri, ndr) il presidente Napolitano inaugurava il museo del design, ma anche un milione e trecentomila abitanti devono essere protetti ogni giorno dai delinquenti. Se l´anno prossimo - ha concluso - la questura non sarà in grado di tenere gli abusivi lontano dalla fiera, io stessa proporrò al sindaco di eliminare, dopo sette secoli, gli Oh bej Oh bej».
Parole che potrebbero suonare come un allarme più che come una concreta minaccia di chiusura di una fiera tanto amata e rappresentativa dell´inverno meneghino. Bastano le dichiarazioni di Riccardo De Corato, vicesindaco con delega alla Sicurezza, per comprendere la gravità della situazione: «Per i prossimi anni - ha fatto notare De Corato - è giusto porsi il problema dellutilità di una fiera tradizionale che è ormai diventata un grande mercato dell´abusivismo tollerato». Che per gli Oh Bej Oh Bej sia davvero l´ultimo anno? Intanto passeggiando per la fiera degli Oh bej Oh bej, vi potrà capitare di imbattervi in ragazze vestite di bianco, con i capelli «neri e giovanili trapassati da lunghi spilli». Sono le «Lucie» di manzoniana memoria, giovani che il Comune ha sfoderato come ragazze immagine di una campagna anti-contraffazione lanciata in occasione della fiera. Fino a domenica distribuiranno ai visitatori delle bancarelle un foglio su cui campeggia la scritta: «Per un capo falso ci rimetti la pelle».
«Abbiamo scelto un simbolo storico della femminilità lombarda per lanciare un importante messaggio rivolto alle donne milanesi di oggi», ha commentato ieri mattina in Piazza del Castello Tiziana Maiolo, assessore alle Attività produttive, intervenuta sul posto per dare ufficialmente l´avvio alla campagna. «La merce contraffatta - ha sottolineato la Maiolo -, è dannosa per la salute dei cittadini. Il messaggio è rivolto principalmente alle donne, perché sono loro i pilastri della famiglia, sono loro che quasi sempre comprano il vestiario e i giocattoli per i bambini; e la merce falsa - ha sottolineato - mina soprattutto la salute dei più piccoli, perché spesso i materiali utilizzati sono nocivi, cancerogeni e tossici.
Allo stesso modo - ha continuato - comprare oggetti «taroccati» danneggia il lavoro onesto, perché alimenta il mercato nero. Solo in Italia, il fenomeno ha causato la perdita di 40 mila posti di lavoro negli ultimi dieci anni».
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