Sul fronte rifiuti il Lazio si avvia a grandi passi a un disastro peggiore di quello campano. Nel futuro di Roma, dopo Malagrotta, cè Guidonia. Una bomba a orologeria, che potrebbe deflagrare a fine 2008 e distruggere gli equilibri ambientali, sociali ed economici di tutta la zona industriale a nord di Roma.
Lallarme lo lancia il senatore del Pdl Cesare Cursi: «A dicembre 2008 Malagrotta chiuderà. Si rischiano problemi igienico-sanitari gravissimi. Cumuli dimmondizia per strada, infezioni. Veltroni e Marrazzo in questi anni non hanno fatto niente. La sinistra radicale, contraria da sempre ai termovalorizzatori, ha dettato legge. E oggi si rischia, se lamministrazione resterà in mano alla sinistra, di cambiare semplicemente indirizzo ai milioni di metri cubi di rifiuti prodotti a Roma: da Malagrotta a Guidonia». Una situazione che evoca quella del capoluogo campano. «A Napoli il commissario gestisce solo lemergenza - afferma Cursi -. A Roma dobbiamo muoverci per tempo. Il nuovo sindaco, appena eletto, dovrà operare tempestivamente scelte strutturali nuove. Nuovi termovalorizzatori, nuovi impianti di compostaggio. E portare la raccolta differenziata a quota 35% entro il 2011».
La discarica di Guidonia, la seconda nel Lazio dopo Malagrotta, con oltre 5 milioni di metri cubi di rifiuti, smaltisce oggi limmondizia di 50 comuni della Valle dellAniene. Comuni popolosi come Tivoli, Monterotondo, Subiaco. E ormai scoppia. Larea fa parte del Parco archeologico dellInviolata, una distesa verde ricca di reperti della Roma repubblicana di 2mila anni fa. Nessuno potrebbe concepire di gettare lì dentro milioni di metri cubi di spazzatura. Ma cè chi lo ha deciso. La Regione Lazio, infatti, con il decreto commissariale 93/2007, ha ridotto il perimetro del parco e tagliato fuori proprio larea della discarica. La prospettiva concreta è che, una volta chiusa Malagrotta a fine 2008, limmondizia dei romani vada a finire proprio a Guidonia creando una vera bomba ad orologeria ecologica vicino al Polo Tecnologico di Roma, la zona industriale della capitale. La discarica oggi scoppia, è vero. La montagna di rifiuti sale in verticale ogni anno di più. Ma il Decreto regionale del 15 ottobre 2007 prevede lampliamento dellarea, e sembra fatto apposta per fare largo ad altri milioni di metri cubi di spazzatura. Per Cursi occorrono scelte di segno opposto: «In tutta Italia cresce la differenziata. A Roma e nel Lazio, invece, si getta quasi tutto in discarica. Eppure basterebbe prendere i dati sanitari degli ultimi 10 anni. E confrontarli. Vicino alle discariche aumentano le patologie dermatologiche, specie a carico di anziani e bambini, le malattie respiratorie, quelle a carico del fegato.
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