La maledizione della Thyssen Muoiono altre due persone

Il capo dei pompieri stroncato da un malore in Tribunale, deceduta la madre dell'unico operaio sopravvissuto al rogo

da Torino

A legare le loro storie c’era un filo sottile, quasi invisibile. Non si conoscevano, non si erano mai visti. Eppure, dallo scorso 6 dicembre i pensieri e gli sforzi di entrambi erano spesso rivolti alla ThyssenKrupp, la fabbrica maledetta di corso Regina Margherita in cui hanno finora perso la vita sette operai. Lui, Giorgio Mazzini, era il capo del corpo dei Vigili del Fuoco e aiutava i magistrati torinesi nell’inchiesta sull’incendio. Lei, invece, era la madre di Antonio Boccuzzi, l’operaio superstite divenuto famoso per l’evidente ustione sulla fronte. Sono morti entrambi ieri, il primo stroncato da un malore e la seconda al termine di una lunga malattia. E c’è già chi parla di maledizione ThyssenKrupp.
Giorgio Mazzini era giunto a Torino ieri mattina con un volo proveniente da Roma. Poco prima di mezzogiorno avrebbe dovuto incontrare il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello e discutere con lui del rogo di corso Regina. Il confronto tra i due, però, non c’è mai stato. Mazzini ha avvertito un malore subito dopo essere entrato nell’ufficio di un collaboratore del magistrato torinese, addosso aveva ancora il cappotto. Mentre parlava con alcuni ispettori di polizia giudiziaria ha premuto una mano contro il fianco destro e a denti stretti ha pronunciato poche parole: «Ah, che dolore». Poi si è piegato sul tavolo e ha perso conoscenza. Inutili i tentativi di rianimarlo. A Mazzini gli investigatori avrebbero voluto chiedere quali fossero gli adempimenti che la multinazionale tedesca ThyssenKrupp avrebbe dovuto effettuare in materia di sicurezza antincendio. «In questo campo - ha poi sottolineato il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello - era la persona che aveva la maggiore preparazione».
Nel pomeriggio di ieri Mazzini avrebbe dovuto partecipare al funerale di Giuseppe Demasi, l’ultima vittima della Thyssen. È stato al termine della funzione, celebrata dall’arcivescovo Severino Poletto, che un’altra tragica notizia ha cominciato a circolare tra la gente che abbandonava la chiesa del Santo Volto. Era morta anche la madre di Antonio Boccuzzi, l’operaio miracolosamente sopravvissuto all’incendio e divenuto famoso a causa di una grossa bruciatura sulla fronte. La donna era da tempo malata, le ultimi terribile vicissitudini hanno probabilmente peggiorate le sue condizioni di salute.

«È un dolore senza fine, speriamo che il 2008 ci aiuti a tirare su la testa», ha commentato sconsolato Ciro Argentino, delegato Fiom della ThyssenKrupp. «La madre di Antonio era gravemente malata, ma la sua morte ha comunque sconvolto il ragazzo. Non ci voleva. Lui come sta? E’ facile immaginarlo, lui era molto legato alla madre».

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