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Maltempo: l'Ance chiede di sbloccare il piano per la sicurezza del territorio

Due anni fa sono stati stanziati 3,4 miliardi per piccole e medie opere, di cui 1 miliardo contro il rischio idrogeologico.« É ora - dice il presidente dei costruttori Paolo Buzzetti- di dare efficacia a quel piano che finora è rimasto lettera morta».

Gli effetti disastrosi del maltempo sull'Italia riportano di grande attualità l'urgenza di interventi contro il rischio idrogeologico. E i costruttori ricordano al l'esecutivo che il piano di piccole e medie opere per la sicurezza del territorio, approvato oltre due anni fa, è tuttora bloccato.
Non si può più attendere, afferma l'Associazione nazionale dei costruttori edili.
«Il governo non perda ancora l'occasione per fare cose utili per i cittadini e per le imprese», è l'appello del presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti. Che ricostruisce la storia del piano. Nel giugno del 2009 il Cipe, grazie all'interessamento del ministro Matteoli che aveva accolto i suggerimenti dell'associazione, decise l'assegnazione di 3,4 miliardi per piccole e medie opere diffuse sul territorio.
« Di questi - sottolinea Buzzetti-, ben 1 miliardo era riservato a interventi di riduzione del rischio idrogeologico e un altro miliardo era destinato all'edilizia scolastica. Da allora quasi o niente è stato fatto e nulla si sta per fare».
Per il numero uno dei costruttori«è ora di dare efficacia a quel piano che finora è rimasto lettera morta».
Per Buzzetti è incoprensibile che, «nonostante le numerose vittime e i gravissimi danni ai quali ogni anno il Paese deve assistere per dissesti, frane e allagamenti, non si voglia far nulla per intervenire in tal senso».
Insomma, per l'Ance i progetti ci sono e le imprese sono pronte a collaborare con le amministrazioni per individuare le priorità di intervento. Ma servono risorse, «poche ma certe, per partire e fare le cose che servono al Paese, tutto, e alle imprese che soffrono per una crisi pesantissima».
Nella stessa giornata arriva , per i costruttori in affanno per la crisi, una buona notizia: la decisione della Cassa Depositi e Prestiti di mettere a disposizione dell'industria bancaria specifici fondi per compiere operazioni di sconto pro soluto dei crediti che le imprese vantano nei confronti della pubblica amministrazione.
Non solo l'Ance ma anche l'Abi esprimono il loro apprezzamento . Nei prossimi giorni la Cassa e l' associazione dei banchieri definiranno le caratteristiche operative dell'iniziativa. Un'iniziativa che consentirà di aumentare la liquidità a favore delle imprese in un momento di difficoltà economica, acuita dal grave problema dei ritardati pagamenti dell'amministrazione pubblica.
Si tratta di un nuovo canale di finanziamento che potrà rivelarsi decisivo per molte imprese di costruzioni, che sono alle prese con gli effetti del Patto di Stabilità.
Per Paolo Buzzetti, questa decisione rappresenta «un primo passo per offrire soluzioni concrete al gravissimo problema dei ritardati pagamenti».
Il problema è molto grave, perchè quasi tutte le imprese che ha eseguito e completato da mesi lavori a favore delle pubbliche amministrazioni di tutta Italia, sottolinea il presidente dell'Ance, «sta ancora aspettando di essere pagata, a causa degli effetti del Patto di Stabilità interno che, così concepito, penalizza anche gli enti virtuosi. In questo modo, si stanno mettendo a repentaglio migliaia di posti di lavoro e l'esistenza stessa delle aziende. La speranza di tutte le imprese che rappresento è che questa misura diventi operativa nel più breve tempo possibile».
Anche per Giuseppe Mussari, presidente dell'Abi, si tratta di «un'ottima notizia: i fondi del precedente plafond sono tutti andati sul territorio, raggiungendo lo scopo di sostenere le piccole e medie imprese».
E aggiunge che presto saranno definite con la Cassa le modalità più efficaci per l'impiego di queste nuove risorse.

«Mettendo a frutto - dice Mussari- la positiva esperienza maturata nel finanziamento delle piccole e medie imprese, il settore bancario utilizzerà al meglio i nuovi fondi anche per rispondere in maniera efficace alle esigenze delle imprese che soffrono per i ritardi di pagamento della pubblica amministrazione».

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