Autorevole quando bastonava il Cavaliere e quei pezzi di centrosinistra che non gridavano al regime; qualunquista quando soccupa di cinema e dintorni. Capita a Curzio Maltese, firma di Repubblica. Luomo si diletta ogni tanto a scrivere di film, con lo spirito un po naïf di chi intravede nella materia un altro modo per parlare di sé. Ma neanche lui, pur venerato a sinistra, poteva immaginare che il decano del cinema dimpegno sociale, Carlo Lizzani, rispolverasse linfamante accusa. È successo a un convegno di MicroMega, dove lottantenne regista di Banditi a Milano si è chiesto con una punta di malizia: «Forse noi cineasti italiani non sappiamo fare comunicazione se due o tre volte l'anno ci tocca leggere certe cose qualunquistiche scritte da Curzio Maltese, commentatore che pure stimo».
In realtà, la comunicazione non c'entra. Al pari di molti autorevoli colleghi, Maltese si affaccia ai festival e verga di tanto in tanto umorali j'accuse che fanno il paio con altrettanto umorali «scoperte».
Il Maltese qualunquista che non piace a Lizzani
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