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La mamma non molla: «Indagate ancora sulla scomparsa di Denise»

La famiglia della piccola di Mazara del Vallo scomparsa nel 2004 ha portato nuovi elementi all'udienza che avrebbe dovuto decidere se archiviare o meno la posizione di alcuni indagati. Il giudice si è riservato di decidere

Non è ancora stata scritta la parola fine nelle ricerche di Denise Pipitone, la bimba di tre anni e mezzo sparita nel nulla, l'1 settembre del 2004 a Mazara del Vallo (Trapani) mentre giocava con i cuginetti vicino casa della nonna. Nonostante la chiusura delle indagini su quelli che sono e restano i principali indagati per la scomparsa della piccola - la sorellastra Jessica Pulizzi, minorenne all'epoca dei fatti, e il suo ex fidanzato Gaspare Ghaleb, accusato di false dichiarazioni al pm - e nonostante la richiesta di archiviazione per un'altra tranche di indagati - l'ex pentito Giuseppe D'Assaro, l'uomo che ha sostenuto che la piccola sarebbe morta, e alcuni familiari del padre naturale della bambina - spuntano nuovi elementi, che potrebbero riaprire piste sospese e dare elementi per stabilire, finalmente, la verità.
Le nuove risultanze sono state presentate ieri dal difensore della mamma di Denise, Piera Maggio, durante l'udienza che avrebbe dovuto decidere se archiviare o meno la posizione di D'Assaro e degli altri indagati da lui chiamati in causa in una serie di dichiarazioni che non sono state ritenute credibili dagli inquirenti. In particolare, secondo il perito di parte della famiglia Roberto Cusani, professore ordinario di Telecomunicazioni alla Sapienza di Roma, ci sarebbero tracce di alcuni indagati in direzione di Palermo. Nel dettaglio l'esperto ha esaminato le tracce agli atti relative al periodo immediatamente vicino al rapimento della bimba. E nella notte tra l'1 e il 2 settembre - poche ore dopo la scomparsa della piccola - il segnale del cellulare di uno degli indagati passa da Mazara del Vallo sino alla zona di Carini (Palermo).
Un elemento da approfondire, insieme ad un'altra decina di spunti di indagine che a parere della famiglia della bimba vanno presi in ulteriore considerazione. L'importante, comunque, è non fermarsi. Passeranno però alcune settimane per sapere se il giudice accoglierà o meno le richieste. L'udienza infatti è stata rinviata.
Una scomparsa che ha tenuto col fiato sospeso l'Italia intera, quella di Denise. La bimba aveva quasi quattro anni quando in un lampo, mentre giocava vicino casa della nonna, è sparita, poco prima di pranzo, l'1 settembre del 2004. Scartata l'ipotesi dell'incidente, le indagini hanno puntato subito sulla pista familiare. Secondo gli inquirenti un ruolo, nella sparizione della bimba, l'avrebbe avuto la sorellastra Jessica, che avrebbe portato via la piccola per punire la mamma di Denise, da lei ritenuta responsabile della fine del matrimonio tra i suoi genitori. Portano invece a Palermo le dichiarazioni ritenute non credibili dell'ex pentito D'Assaro. L'uomo, ex compagno della zia di Denise Rosalba Pulizzi - sorella del padre naturale della piccola - ha detto che la bambina sarebbe morta accidentalmente a Palermo, a causa di un'overdose di farmaci, poco dopo il sequestro. Sarebbe stato lui stesso a disfarsi del corpicino, gettandolo in mare. Una ricostruzione a cui gli inquirenti non hanno dato credito.

E a cui mai ha voluto credere mamma Piera, che spera ancora di riuscire un giorno a riabbracciare la sua piccola, che ad ottobre prossimo, se è ancora viva, compirà nove anni.

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