Mamma in sala parto con la polizia

Greta non poteva certo aspettare che si liberassero tutte le corsie o che l’ingorgone dell’ora di punta si sciogliesse piano piano. Andava già bene che non c’era la nebbia, sull’autostrada A7 subito fuori Alessandria, ma lei doveva nascere comunque. E alla mamma, 31 anni, lo aveva fatto capire già da un po’. Le doglie erano iniziate ed erano già frequenti. In condizioni normali, l’ospedale di Pavia sarebbe stato sufficientemente vicino. Il papà non avrebbe dovuto fare lo Schumacher per arrivare in tempo. Ma lunedì sera sembrava proprio non andarne dritta una. Neppure il tempo di arrivare a Tortona e già il traffico sembrava impazzito. L’autostrada era tutta una lunga coda. Non si andava avanti, neppure a passo d’uomo. Così la mamma di Greta, tra una contrazione e l’altra, ha chiesto al marito di fare qualcosa, di chiedere aiuto, perché lei proprio non ce la poteva fare.
L’idea di far nascere la bimba sul tappetino del sedile anteriore non era certo quella ideale. E così il futuro papà ha chiesto aiuto alla polizia stradale. Una pattuglia che si trovava in zona si è subito avvicinata all’auto e ha autorizzato una serie di sorpassi vietati. Di più: ha aperto la strada alla partoriente con lampeggianti e sirene.

Le altre auto si sono allargate lasciando passare la neomamma. L’ospedale di Pavia a quel punto non è sembrato più così lontano. Addirittura la coppia ci è arrivata in leggero «anticipo». Dal momento del ricovero è passata infatti ancora un’ora prima che Greta venisse al mondo.

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