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Mancini urla al complotto: «Vogliono destabilizzarci»

«Da quando ci hanno assegnato lo scudetto, è stata creata ad arte pressione intorno a noi. Non dobbiamo cascare nelle trappole». Sul futuro: «Al 99 per cento falsità: non devo convincere nessuno»

Claudio De Carli

nostro inviato

ad Appiano Gentile

Signor Mancini, visto quanto pubblicato sui giornali, può dirci esattamente quanto pesa Adriano? «Per me può pesare anche duecento chili, la cosa importante è che quando scende in campo faccia il proprio dovere come ha fatto l’altra sera contro la Sampdoria. Il resto non è importante». E quindi chi giocherà all’attacco contro la Roma, su cosa si baserà la sua scelta? «Sul peso... Chi pesa di più, gioca».
Risata di Mancini contagiososissima.
Ci voleva, perché Mancini ieri aveva bisogno di prendere fiato. In fondo si trattava solo della vigilia della terza di campionato della terza stagione consecutiva sulla panchina dell’Inter, e quindi non era facile capire perché sentisse il bisogno di parlare di tranelli e complotti, storie vecchie. La sfida dell’Olimpico contro la Roma offriva già argomenti sufficienti per scrivere un libro, invece alla prima domanda, il Mancio ha vuotato il sacco: «Sembra già che l’Inter non possa più sbagliare? È così perché, dal giorno nel quale ci hanno assegnato lo scudetto, hanno iniziato a creare questa situazione attorno all’Inter per fare in modo che, al primo passo falso, si potesse iniziare a criticare e creare più pressione di quella che ci può essere. Noi non dobbiamo cascarci, né come squadra né come società né come tifosi. Non dobbiamo cascare in queste cose che stanno organizzando ad arte, puntualmente e ogni giorno. Questo è un modo per cercare di destabilizzare quello che noi facciamo e tutti lo sanno».
Il fatto è che queste cose le ha dette per davvero.
E a domanda chiarificatrice, tipo a chi si riferisca con questo discorso e quale sarebbe la strategia o l’obiettivo di questo teorema, Mancini precisa: «Ripeto: dal momento in cui è stato assegnato lo scudetto all’Inter si è cominciato a mettere una pressione su di noi dicendo che siamo imbattibili e che siamo la squadra più forte del mondo - risponde -. Questo non è assolutamente vero e tutti voi, che siete nel calcio da tanti anni, sapete che non è così. Anche il Barcellona, la squadra che al momento reputo più forte, ha perso 3-0 in Supercoppa Europea contro il Siviglia. Molti hanno iniziato a creare aspettative sull’Inter per poi andargli addosso al primo mezzo passo falso, perché sinora non è successo nulla. Siamo noi che non dobbiamo cascare nelle trappole di questo tipo».
Insomma l’argomento stava diventando intrigante, anche se non esattamente nuovo: ma come si esce da questa situazione? «Stando tranquilli - ha risposto Mancini -, perché, sinora, non è successo assolutamente nulla».
A voler fare i precisini ci si potrebbe fermare sul quel sinora. Qualcuno lo fa e chiede notizie su una ipotesi di tre partite, le prossime, per poter convincere Moratti che si può ancora continuare a lavorare assieme. Mancio non si scompone: «Non devo convincere nessuno. Faccio il mio dovere come ho sempre fatto. Sinora, nonostante tutto quello che è stato detto o scritto, e che non ho letto ma che mi hanno riferito, è importante fare bene le prossime partite, che siano tre, dieci o cinquanta. Non mi preoccupa più di tanto quello che scrivono e dicono perché il novantanove per cento è tutto falso. Come ho detto prima, bisogna avere solo tranquillità. Bisogna essere tranquilli e sereni perché è l’unico modo per non metterci in difficoltà da soli».
Insomma si è arrivati a fine pagina e della sfida con la Roma neppure un rigo, eppure la gara verrà trasmessa in 180 Paesi con un’audience potenziale di un miliardo e mezzo di telespettatori.
La partita resta delicata anche senza entrare nei particolari, dovrebbe tornare Julio Cesar: «Se sta bene gioca lui, Toldo non ha nessuna colpa».

Al limite resta il dubbio su Adriano messo a dieta da Mihajlovic, ma visto che giocherà chi pesa di più, è probabile che il brasiliano inizi la cura giovedì, magari dopo il primo gol stagionale.

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