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Manfredini prosciolto in appello ma nessuno sconto all’Atalanta

L’Atalanta comincerà il campionato di Serie A, cui è approdata dopo un anno di purgatorio in B, con 6 punti di penalizzazione nonostante il proscioglimento di Manfredini. È la decisione di maggiore spessore emessa ieri pomeriggio dalla Corte di Giustizia Federale a sezioni unite che ha confermato la squalifica di 3 anni e 6 mesi a carico di Doni. E questa condanna fa da crocevia alla sentenza. A nulla è servita la scelta di campo dell’avvocato Luigi Chiappero che, nella sua breve ma appassionata arringa, ha scisso la difesa della società bergamasca da quello del suo ex capitano puntando sull’estraneità di Manfredini. Per la Corte, presieduta da Giancarlo Coraggio, la responsabilità oggettiva e presunta dell’Atalanta restava tale e quale era emersa nel primo grado di giudizio. Niente sconti, quindi, al club orobico. Si pensava invece che l’assoluzione di Manfredini – dovuta alla derubricazione dell’accusa di illecito sportivo a quella di slealtà sportiva – portasse quanto meno a una riduzione della penalizzazione in classifica.
Il dispositivo della sentenza ha dato origine anche a un “giallo” perché ha collegato esplicitamente la responsabilità della società nerazzurra agli illeciti di Doni e Manfredini. Ma se quest’ultimo è uscito indenne dal giudizio di secondo grado? Solo un errore di trascrizione? O c’è materiale per rafforzare il prevedibile ricorso al Coni? Il legale dei due giocatori bergamaschi, Salvatore Pino, soddisfatto a metà dopo aver parlato di processo ordalico, si dice convinto che le indagini della Procura di Cremona porteranno buone nuove anche per Doni e di conseguenza all’Atalanta.
E’ andata di lusso al Benevento e allo Spezia, partecipanti al campionato di Prima divisione: alla società campana sono stati cancellati 3 dei 9 punti di penalizzazioni, a quella ligure il punto inflitto in primo grado. Accolto pienamente anche il ricorso del presidente del Ravenna, Fabbri, che aveva ricevuto una inibizione di 5 anni. Per il resto la Corte di Giustizia s’è allineata alle decisioni della Disciplinare confermando, fra l’altro, i 6 punti di penalizzazione all’Ascoli (Serie B) e alla Cremonese (Prima Divisione) fra lo sconcerto dei dirigenti della società lombarda che per primi avevano denunciato lo scandalo delle scommesse. Al palo anche Bellavista, Signori e Paoloni, squalificati per 5 anni.
E adesso, cosa accadrà? Secondo la tesi più accreditata fra i legali, i prossimi inevitabili ricorsi saranno indirizzati al Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport piuttosto che all’Alta Corte di Giustizia Sportiva, per il fatto che il Tnas consente il contraddittorio e permette di scegliere uno degli arbitri. L’altro è di pertinenza della Federcalcio mentre il presidente è di nomina Coni. Improbabile il ricorso al Tar del Lazio che, in base a una recente sentenza della Cassazione, non può pronunciarsi su sanzioni sportive che non comportino danni economici. In attesa dei nuovi pronunciamenti, i calendari sono salvi. E il sistema tira un sospiro di sollievo.

Lo spettacolo può andare avanti con buona pace di chi continua a considerare il calcio un’isola immune dai virus di tutti i giorni e plaude alla rapidità della giustizia sportiva. Con Calciopoli non è stato così. E la Procura di Cremona continua a indagare.

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