La mania dei giochi del passato: mille euro per un trenino di latta

Cresce il mercato della nostalgia: domenica a Firenze in vendita 40mila giocattoli d’epoca per collezionisti

Elena Jemmallo

La caccia è aperta in tutta Europa: corre soprattutto su Internet, ma spesso si organizzano vere e proprie fiere-mercato per gli scambi. Alcuni sono disposti a spendere anche cifre a tre zeri per una squadra di Subbuteo o per l’originale giapponese di Goldrake. Nulla a che vedere con lo shopping natalizio. Questa volta a caccia di giocattoli sono i papà «nostalgici». Se è vero che l’era dei videogiochi sta spazzando via dalle stanze dei più piccoli i trenini in miniatura, i peluche e le bambole da pettinare, è anche vero che si sta affermando con prepotenza il mercato dei collezionisti a caccia dei giochi di un tempo, degli eroi e di tutto quel mondo di divertimenti che oggi è passato di moda. Complice anche il fatto che le aziende stesse che producevano i giochi-culto di intere generazioni oggi sono già defunte, hanno traslocato altrove a caccia di nuove fortune o sono tutt’ora sull’orlo del crack. È il caso delle piste e macchinine della Polistil, messe all’asta dopo il fallimento, o del Meccano, che sta vivendo una seconda giovinezza solo grazie a una società giapponese, che l’ha acquisito, o ancora è il caso dei mattoncini Lego, che l’azienda sta tentando di rilanciare e reinventare per uscire da situazione economica non rosea (la Lego ha chiuso in rosso tre degli ultimi quattro esercizi). E così se per i giochi di trent’anni fa un futuro aziendale non è assicurato, appassionati e nostalgici corrono ai ripari. Ed ecco che una squadra di Subbuteo (parola che non significa nulla per chi oggi ha meno di otto anni) assume invece un valore economico impensabile vent’anni fa per chi oggi bambino non lo è più.
Lo sanno bene gli oltre 450 espositori e collezionisti che parteciperanno domenica prossima alla sedicesima edizione della Borsa-scambio del giocattolo d'epoca al Centro congressi Delta
Florence di Calenzano. Sono, per chi la vede in termini romantici, gli ex-bambini affetti dalla «sindrome di Peter Pan». O sono invece, per chi è più materialista, veri businessmen a caccia di affari d’oro tra oltre 40mila bambole di biscuit, navi a molla, modellini di aerei e treni. Non solo, ci saranno anche soldatini di cartone, realizzati secondo le tecniche di alcune tipografie francesi nel 1800, posseduti da un nobile fiorentino che, appassionato da tempo, ne custodisce gelosamente 5mila pezzi. «L'appuntamento a Calenzano - spiega Agostino Barlacchi, uno degli animatori della Borsa - è il più grande a livello europeo. Non per nulla moltissimi arrivano con voli charter direttamente all'aeroporto di Peretola. È l'occasione ideale per trovare esperti che forniscono una valutazione del giocattolo, ma anche per scambiare i pezzi migliori».
Che sia solo una moda, o un mercato destinato a scomparire non è dato saperlo. Ciò che si sa è che i prezzi sono da capogiro: una macchina di inizio Novecento, perfettamente conservata e funzionante, può costare anche 15mila euro. Per un trenino con tanto di rotaie modello Etr 251 le offerte partono da circa 1400 euro. Prezzi più modesti, ma comunque stratosferici se paragonati al loro valore non più di dieci anni fa, sono quelli degli eroi dei fumetti. Per un originale giapponese di Goldrake (il robot nato dalla fantasia di un fumettista giapponese nel 1975 e diventato una serie tv amatissima anche in Italia) non si spende meno di 750 euro. Poco meno valgono i trasformabili di Daitarn 3, «l’uomo invincibile» del cartone animato andato in onda in Italia nel 1979, ma che ancora oggi vanta veri e propri fan club e forum dedicati su Internet. Ce n’è anche per le ex-bambine: quattro Barbie in porcellana serie holiday valgono oggi 500 euro.


Non si sa cosa ci sia esattamente dietro questa recente corsa al giocattolo d’epoca. Un spiegazione plausibile l’ha data però uno degli appassionati di Goldrake, che parlando di quest’eroe del passato scrive: «Dà la sensazione a chi ha più di trent’anni di averne ancora sette».

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