Roma - L’ammontare della manovra complessiva è di 27 miliardi, 6 dovrebbero arrivare - secondo quanto si apprende - da
un nuovo condono edilizio. Al momento le percentuali di intervento non sono ancora consolidate e il ministro
dell’economia è a colloquio con Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli proprio per limare la manovra e cercare di
portare in consiglio dei ministri da tenere martedì. Il premier, riferiscono fonti parlamentari del Pdl, preferisce che ci
sia un passaggio della manovra nel partito e intende convocare o la Consulta economica o l’ufficio di presidenza di
via dell’Umiltà prima del varo della manovra stessa. In questo modo è possibile che i tempi di approvazione della
manovra siano più lunghi.
Ridurre il deficit La
manovra 2011-2012 è ormai in dirittura d’arrivo: dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri già martedì
prossimo dopo il confronto con le parti sociali ma non è escluso che per mettere a punto il menù delle misure ci
vorrà più tempo. L’entità sarà compresa tra i 25 e i 28 miliardi e le misure dovrebbero confluire in due
provvedimenti: un decreto legge e un disegno di legge.
L’obiettivo è di ridurre il deficit dal 5% del 2010 al 3,9% nel 2011 e al 2,7% nel 2012.
Dopo avere illustrato i contenuti al premier, Silvio Berlusconi, e al presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti punta ad accelerare i tempi per dare un segnale sulla tenuta
dei conti pubblici anche in linea con i passi compiuti da altri Paesi europei. La manovra sarà incentrata per buona
parte su tagli di spesa e nuove entrate dovrebbero derivare da un pacchetto di misure antievasione che saranno il
perno del capitolo fisco. In questa direzione dovrebbe andare la regolarizzazione di oltre due milioni di immobili
fantasma. Ma è previsto anche un giro di vite sui giochi clandestini e un aiuto potrebbe arrivare dall’adozione del
nuovo redditometro.
Tra le ipotesi delle ultime ore rispunta la reintroduzione della tracciabilità dei pagamenti così come un riassetto
degli enti di previdenza attraverso la creazione di tre unici poli - facenti capo a Inps, Inpdap e Inail - in cui far
confluire tutti gli enti minori. L«idea è quella di far confluire nell’Inps tutta la previdenza del settore privato,
nell’Inpdap quella del pubblico impiego lasciando all’Inail tutta la parte che compete assicurazioni e infortuni sul
lavoro. L’Inps potrebbe dunque assorbire istituti come l’Ipost (l’ente di assistenza dei lavoratori delle poste) e
l’Enasarco (ente pensione di agenti di commercio e promotori finanziari).
Più incerto il futuro dell’Enpals (lavoratori dello spettacolo). Nell’Inail potrebbero invece confluire l’Ipsema (l’ente
di previdenza del settore marittimo) e l’Ispels (Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro) entrambi
riconosciuti come enti pubblici nazionali con competenze in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Il
risparmio approssimativo, garantito dall’accorpamento, dovrebbe aggirarsi intorno ai 300-350 milioni di euro
l’anno. Ai tempi il governo Prodi aveva infatti stimato circa 3,5 miliardi di risparmi in dieci anni.
Tagli strutturali Nel mirino potrebbero finire anche istituti ed enti di ricerca pubblici facenti capo a ministeri come Isfol, Ingv, Isae e Ice. I sindacati parlano di «smantellamento». Dai tagli ai trasferimenti degli enti locali sono attesi risparmi per circa 4 miliardi. Sul capitolo pensioni il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha assicurato oggi che non ci saranno interventi «di carattere strutturale». L’ipotesi circolata è quella di una chiusura di una finestra di uscita per quelle di vecchiaia e di anzianità dal 2011. La misura consentirebbe di risparmiare circa 1,5 miliardi. Sembra ormai confermato il blocco del rinnovo dei contratti e quello del turnover nel pubblico impiego. Il risparmio dovrebbe essere quantificato in cinque miliardi. Non è escluso un rinvio dei tempi di erogazione delle liquidazioni. Confermata anche la stretta sui falsi invalidi. Sempre nella pubblica amministrazione si studia la possibilità di tagliare del 10% gli stipendi dei dirigenti pubblici con busta paga superiore agli 80-100 mila euro.
Sul fronte dei tagli ai costi della politica si pensa a una decurtazione fino al 15% degli stipendi di parlamentari e ministri. La Camera e il Senato hanno già adottato un provvedimento di sospensione dei pensionamenti anticipati di anzianità previsti con effetto immediato sino al 31 luglio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.