Una mappa dell’illegalità: si parte dal XVI municipio

Alleanza nazionale presenta domani il primo di una serie di dossier: sarà dedicato a uno dei territori più critici della capitale dal Residence Roma ai campi rom e alla stazione Trastevere

Omar Sherif H. Rida

Dalla stazione Trastevere all’area militare di Forte Bravetta. Dal campo rom di villa Troili a Villa Flora fino all’area verde di Castel di Guido, per finire con il Residence Roma, appena sgomberato e già rioccupato abusivamente. Tanti luoghi simbolo per un unico degrado, quello del XVI municipio, al centro di un dossier realizzato dal gruppo municipale di Alleanza nazionale che sarà presentato domani: primo passo verso una vera e propria mappatura dell’illegalità nella città di Roma municipio per municipio
Un appuntamento al quale interverranno, tra gli altri, il Commissario straordinario della Federazione romana, Gianni Alemanno, il capogruppo comunale Marco Marsilio, il vicepresidente del Consiglio comunale, Vincenzo Piso e il consigliere comunale Fabio Schiuma.
Non è un caso, del resto, che il XVI sia uno dei municipi che più spesso balza agli onori della cronaca per episodi di microcriminalità e storie di disagio sociale. Si pensi all’annosa vicenda del Residence Roma di Bravetta, dove nonostante il penultimo degli sgomberi in programma risalga solo al 27 settembre scorso, la situazione continua a rimanere difficile: sembra infatti che molti degli immigrati e dei nomadi allontanati dalla palazzina B, si siano nuovamente insediati in alcuni appartamenti all’interno della palazzina A, nell’area di via Silvestri e in uno stabile di via Bravetta che prima ospitava una clinica privata. Un capitolo scottante quello degli insediamenti rom abusivi: da quello in continua crescita all’interno dell’area militare di Forte Bravetta fino a quelli attigui al campo nomadi «autorizzato» dalla Prefettura di via di Villa Troili, per la cui gestione il Campidoglio ha speso circa 1 milione e 400 mila euro negli ultimi 5 anni. Accanto all’ex caserma «Bellosguardo» (sede «regolare» di 160 rom) e nella vicina macchia Pedica di Brava sono infatti sorte enormi baraccopoli che rubano acqua ed elettricità dal campo nomadi comunale attrezzato.
Altri esempi? Le favelas sul Tevere o quella di casupole fatiscenti e prive di qualsiasi igiene nata all’interno della tenuta verde di via di Castel di Guido, in cui soggiornano un migliaio di extracomunitari, fianco a fianco con le prostitute che qui stazionano giorno e notte, spesso nude, in attesa dell’ennesimo cliente. Una situazione che ha spinto i residenti della zona ad organizzare turni di vigilanza «fai da te» in difesa della propria sicurezza. Ultime cartoline potrebbero essere lo stato d’abbandono in cui versa l’ottocentesca Villa Flora, al Portuense, divenuta ormai un dormitorio a cielo aperto privo di illuminazione - e dal lontano 1978 anche di manutenzione -, o infine il piazzale della stazione Trastevere, regno di ubriachi e vagabondi.
«Ogni giorno - commenta il consigliere provinciale e vicecoordinatrice nazionale delle donne di An, Barbara Saltamartini, da anni impegnata nel municipio - registriamo la nascita di nuove aree di illegalità. A Forte Bravetta, Pisana, Monteverde, gli insediamenti abusivi e la microcriminalità aumentano, con grave disagio soprattutto per le famiglie con bambini e le donne, che troppo spesso sono quelle che pagano di più la situazione».

«In questi casi - sottolinea infine il capogruppo di An in XVI municipio, Fabrizio Santori - a cambiare è lo stile di vita dei residenti, costretti a restare in casa, ad andare a scuola accompagnati, a non indossare più oggetti di valore, o addirittura a chiudersi negli istituti religiosi, come nel caso dei preti aggrediti dai nomadi in via degli Aldobrandeschi».

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