Marchionne: «La Ferrari vale più di 2,3 miliardi Il bond? Una possibilità»

Pierluigi Bonora

da Milano

«Oggi la Ferrari vale più di 2,3 miliardi; il mercato è cambiato e sono variate le prospettive della casa di Maranello». A New York, dove è in corso l’«Italian investor conference» organizzata da Borsa italiana, a tenere banco è il futuro della Fiat e delle aziende collegate. E proprio sul futuro della quota Ferrari in mano a Mediobanca l’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, ha voluto fare chiarezza. A proposito del Cavallino, il top manager ha sottolineato che obiettivo del gruppo torinese da una parte e di Piazzetta Cuccia dall’altra «è conservare per sé il massimo valore, come è giusto che sia». Sulla soluzione allo studio, quella di emettere un prestito obbligazionario «exchangeable» in azioni Ferrari una volta avvenuta la quotazione, come riportava ieri il Giornale, Marchionne ha detto che è «una delle tante possibilità che ci è stata prospettata da Mediobanca» e che «andremo a esaminare come le altre». Secondo l’amministratore delegato della Fiat, la casa di Maranello «ha un futuro molto più bello di quello che vediamo nei conti; la situazione è diversa rispetto a due anni fa perché quando la partecipazione è stata ceduta il gruppo si trovava in una condizione finanziaria differente». Una scelta, quella di vendere a Mediobanca una fetta della Ferrari, che «tornando indietro forse non farei», ha aggiunto il numero uno del Lingotto. Piazzetta Cuccia, che ha in portafoglio l’11,7% della Ferrari, entro il prossimo 30 giugno ha il diritto di chiedere la quotazione a Piazza Affari anche se, come ribadito ieri da Marchionne, «non è il caso di andare in Borsa quest’anno». Intanto, dopo essersi avvicinato a 11 euro, ieri il titolo Fiat è stato oggetto di vendite. Le azioni hanno perso l’1,19%, a 10,66 euro, con scambi pari all’1,5% del capitale. Passo indietro anche per le holding della famiglia Agnelli: meno 1,84% a 18,35 euro Ifi e meno 1,58% a 4,85 Ifil. Da parte loro gli analisti intravedono un primo trimestre con un utile importante per Fiat Auto.

In attesa dei dati che saranno comunicati dopo il cda del 3 maggio, un operatore afferma di «aspettarsi tendenzialmente un “nero” importante, soprattutto in considerazione che le vendite di Grande Punto e Panda riguardano per lo più i modelli diesel e di alta gamma, quelli che assicurano maggiori margini».

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