Cultura e Spettacoli

Il mare di Pantelleria restituisce un antico strumento di raccolta del corallo

Il reperto, trovato dagli archeologi nella zona di Cala Levante, sembra di epoca tardo-romana. Probabilmente era a bordo di una nave del IV secolo dopo Cristo naufragata nella zona per cause ancora da scoprire

Non smette di restituire tesori di epoca greca e romana il mare di Sicilia. Grazie a una segnalazione del responsabile del Diving Club Cala Levante di Pantelleria, Francesco Spaggiari, la Sovrintendenza del Mare, guidata da Sebastiano Tusa, ha effettuato un ritrovamento ritenuto «di grande interesse archeologico», secondo gli esperti: nelle acque di Cala Levante, a una profondità di circa 23 metri, su un fondale sabbioso è stato rinvenuto un elemento a prima vista strano, costituito da un trave ligneo inserito in una semisfera di piombo del diametro di circa cm 50. Un elemento che, a quanto sembra, è un antichissimo strumento di raccolta del corallo, più evoluto di quelli sinora trovati in Sardegna e lungo la costa meridionale della Francia, risalente ad epoca tardo-romana.
Gli archeologi sono arrivati a questa conclusione attraverso un'accurata analisi: sono stati individuati infatti anche gli agganci al trave centrale di due elementi di ferro ortogonali tra loro posti rispettivamente al di sopra e al di sotto della semisfera di piombo. Sembra dunque probabile che si tratti di uno strumento utilizzato per la raccolta del corallo, molto simile alle «ingegne» o croci di Sant'Andrea utilizzate fino in tempi recenti per la rovinosa raccolta del corallo nei nostri mari.
Di certo si tratta del più antico strumento per la raccolta del corallo mai rinvenuto nelle acque della Sicilia. Rinvenimenti di simili oggetti sono avvenuti, come si diceva, soprattutto in Sardegna e sulla costa mediterranea della Francia. Il rinvenimento conferma l'ipotesi che la «croce di Sant'Andrea» usata fino in tempi recenti affondi le sue radici in epoca romana o addirittura ellenistica. Questo esemplare, tuttavia presenta una maggiore accuratezza nell'esecuzione e potrebbe rappresentare un'evoluzione di epoca tardo romana di quanto era stato precedentemente inventato. Che la raccolta del corallo fosse una delle attività principali nell'economia marittima di epoca romana ce lo afferma con dovizia di particolare anche Plinio.
E la scoperta non si ferma qui. Sono state identificate tracce consistenti che lasciano presupporre che lo strumento per la raccolta del corallo fosse a bordo di una nave di epoca romana databile al IV sec d.C. naufragata per cause ignote al momento nella zona. Nello stesso specchio di mare sono stati identificati numerosi frammenti di ceramiche pertinenti soprattutto a due tipi di ciotole molto in uso in quel momento dell'epoca romana. Inoltre sono state anche identificate due ancore pertinenti il relitto. Una è in ferro del consueto tipo a «T».

L'altra è in piombo e di essa si è recuperato il ceppo ottimamente conservato.

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