Monica Bottino
da Genova
La domanda di adozione per Maria non è mai arrivata in Bielorussia. Ma a tenersi a casa la pratica non sono stati certo Alessandro e Chiara Giusto. La coppia, infatti, aveva avviato liter il 31 gennaio 2005 tramite lAssociazione per ladozione internazionale Brutia Onlus, che - ha rivelato ieri - non lha ancora depositata a causa del blocco delle domande deciso dallo stesso governo bielorusso. Intanto Chiara Bornacin ieri ha incontrato lambasciatore Alexey Skripko durante la trasmissione «Porta a Porta». «Chiedo scusa alla Bielorussia, abbiamo sbagliato in un momento di disperazione», ha detto la donna. E ha proseguito il suo appello accorato: «Noi siamo disposti a collaborare, ma vi prego risolvete questa vicenda anche per gli altri bambini che non c'entrano nulla». La Bielorussia, secondo la coppia affidataria «ha vinto la sua battaglia diplomatica ora vi chiedo di stravincere per il bene dei bambini bielorussi permettendo a Maria di mantenere i rapporti con noi».
La coppia di Cogoleto aveva ottenuto lidoneità alladozione internazionale già nellinverno del 2004, dopo un anno di colloqui con psicologi e magistrati, come avviene sempre, visto che la procedura per ladozione in Italia è forse la più seria al mondo. «Avevamo anche dato la nostra disponibilità ad adottare insieme alla bimba anche il suo fratellino, per non dividerli», dice Chiara Bornacin. Dopodiché i tempi si sono allungati a dismisura. Ma, dicono allassociazione Brutia, non per colpa dellItalia. «Ha ragione il governo bielorusso - commentano allassociazione - quando dice che la domanda di adozione per Maria non è stata depositata dai coniugi, ma ha torto quando sostiene che poteva essere presentata prima in quanto era impossibile, non solo da parte nostra, ma da parte di tutti gli enti autorizzati a svolgere pratiche per queste adozioni internazionali».
«Nell'ottobre del 2004 infatti - spiegano - la Bielorussia ha bloccato le adozioni internazionali; in seguito, nel dicembre del 2005, è stato firmato un protocollo tra il governo italiano e quello bielorusso in cui era scritto che cerano 150 pratiche da definire e che solo dopo averle esaminate si sarebbero potute depositare nuove domande».
Il 12 dicembre 2005, infatti, a Minsk venne firmato un protocollo di collaborazione internazionale fra Italia e Bielorussia. A siglarlo furono il ministro dellEducazione Radkov e, per la parte italiana, il presidente della commissione adozioni internazionali Roberta Capponi e lambasciatore Giuseppe Pannocchia, per il ministero degli Esteri italiano. Allepoca le adozioni di bambini bielorussi erano sospese da oltre un anno. Nel documento, in particolare, si affermava che entro il primo marzo 2006 il centro adozioni di Minsk simpegnava a esaminare e concludere le 150 pratiche pendenti già depositate. Ma non è stato fatto. Minsk non ha rispettato il protocollo e ad oggi delle 150 pratiche solo 32 sono state concluse. «Così - dicono allassociazione Brutia - è stato impossibile presentare qualunque nuova domanda al governo fin dallottobre 2004».
In questi giorni cè grande fermento nelle associazioni che si occupano di accoglienza o di adozioni di bimbi bielorussi anche perché le autorità di Minsk sono adesso sotto i riflettori e dopo la riconsegna di Maria si attende da loro una riapertura significativa. Resta comunque plausibile che la Bielorussia non ceda facilmente i propri bimbi in adozione.
Lo stesso ambasciatore Alexey Skripko aveva annunciato che in base alla nuova legge sulle adozioni varata nel suo Paese i dati dei bimbi ospitati negli internat debbano essere riuniti in una banca dati. «A quel punto - aveva detto Skripko - si deve attendere un anno affinché le autorità di Minsk siano certe che i minori non abbiano proprio nessuno al mondo». Dopodiché è sempre preferibile che vengano comunque affidati a famiglie bielorusse. È emblematica, in questo senso, la comunicazione apparsa sul sito dellassociazione La Cicogna, di Lanciano e riferita a qualche tempo fa, ben prima del caso Maria. Si legge: «Abbiamo ricevuto dal Centro Adozioni di Minsk comunicazione ufficiale sul nuovo rigetto di altre quattro pratiche di adozione intenazionale al nostro ente. La motivazione è, al solito, incomprensibile.
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