Mary Poppins veste Prada

di Valeria Braghieri

V ola attaccata a un ombrello, estrae letti da campo dalla borsa, usa un vocabolario pittoresco e si controlla di continuo nello specchietto del portacipria. È una cripto femminista ante litteram, è glamour, un po' vaga, decisamente scontrosa e oggi, quasi di sicuro, vestirebbe Prada. Non solo perché nella nuova versione cinematografica che sarà nelle sale dal prossimo 20 dicembre, ha il volto di Emily Blunt (l'assistente di Miranda Priestly in Il Diavolo veste Prada), ma perché a distanza di cinquataquattro anni (il primo film è del 1964), Mary Poppins si appresta a (ri)diventare la «nuova» icona di stile. Anticonvenzionale, libera, femminile e accuditiva. Lenitivo, sveglia e rivelazione per adulti e bambini. Parla e sposta la prospettiva, canta e illumina l'angolo in ombra, scuote e cura. La tata magica atterra quando tira una brutta aria e resta «finché non cambia il vento». Chi non la vorrebbe in casa a nascondere la polvere di ognuno sotto al tappeto e a dirci che «basta un poco di zucchero e la pillola va giù», a curarci con quella medicina che cambia sapore ad ogni assaggio e a raccontarci che cambierà anche il vento che continua a soffiare su questo 2018? Dai comignoli della Londra fine anni Venti, dal civico 17 di Viale dei Ciliegi, ritorna Mary Poppins rigorosamente senza referenze «oh io di regola non do mai le referenze. È una vecchissima usanza, roba assolutamente fuori moda». Invece non passa di moda lei. Ma anzi torna più elegante e consapevole che mai. I bambini Bank sono cresciuti e hanno figli a loro volta, e hanno vite complicate, una casa nel caos, la recessione economica che imperversa anche lì. E insomma anche per loro «il vento deve cambiare». Ma atterra Miss Poppins, lucida, risoluta, stilosissima. «Supercalifragilistichespiralidoso»: certe parole magiche vanno dette a tempo. Dai grattacieli della Grande Mela, dalle pagine della rivista Runway, disseminate dalle angherie modaiole di Miranda, ai tetti della City con un'unica, impagabile borsa fatta di tappeto. Chi non vorrebbe vederla calare morbidamente sul proprio tetto. Chi non vorrebbe, per un po', mettere la propria vita nelle rassicuranti manine di Mary Poppins, e farsi sistemare gli ingranaggi come a un trenino elettrico guasto, o dipanare i fili ostinati come a quelli di una matassa irrimediabilmente arruffata? A chi non piacerebbe una merenda magica, un rimedio apposito, una canzone lenitiva? Eccola, è tornata Mary Poppins.

Per tutti i bambini che sono rimasti in attesa davanti alla finestra, per tutti gli adulti che avevano smesso di aspettarla. Lo sguardo lungo sotto la tesa larga del cappello e, i colori carichi d'autunno a dipingere gli abiti impeccabili e la Grande Depressione. Rossetto e stivaletto, è tornata Mary Poppins, la tata veste Prada.

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