Marzano: «Il nodo è l’energia»

da Roma

Pierluigi Bersani agita lenzuolate di liberalizzazioni, ma davvero tassisti, parrucchieri e benzinai sono le priorità della politica industriale italiana? L’aspirina sui banchi delle Coop spinge il Pil? L’abolizione dello scatto alla risposta è la soluzione dei nostri ritardi economici? «Al collega Bersani - dice Antonio Marzano - offro un suggerimento: la priorità è l’energia».
Bersani accusa il centrodestra di ostacolare le liberalizzazioni, in Parlamento e nel Paese. Ma sbaglia. La politica industriale condotta dall’allora ministro Marzano ha avuto un innegabile impatto positivo sull’economia italiana, di cui oggi Prodi coglie i frutti. Oggi presidente del Cnel, Marzano non può che osservare una posizione di rigorosa neutralità. Tuttavia rivendica la propria politica di liberalizzazioni, «certo con priorità diverse: per me l’energia è più importante dei taxi». È sufficiente ricordare alcuni degli interventi fatti dall’ex ministro dell’Industria, per capire come la ripresa di oggi nasca non con le lenzuolate, ma con le «vagonate» del passato governo. Ricordiamo la legge sblocca-centrali, che ha permesso di mettere in opera impianti per alcune decine di migliaia di megawatt; la borsa elettrica, la separazione di Terna, la libera scelta dei fornitori di elettricità; la legge di riordino del mercato elettrico. Il via libera ai rigassificatori, come quello di Brindisi che ora Pecoraro Scanio vuole bloccare. Un disegno energetico complessivo, non interventi spot. L’elenco è lungo. Lo sportello unico all’estero, semplificazione essenziale per le imprese che operano fuori dai confini nazionali. Il Comitato nazionale per il turismo, l’attivazione del portale Italia (che l’attuale governo potrebbe attuare, visto che è bell’e pronto). La legge Marzano per la ristrutturazione delle imprese in crisi, che ha consentito alla Parmalat di passare dal fallimento alla ripresa. La legge sulla Rc auto, che è riuscita a frenare la folle corsa delle tariffe assicurative. La legge per la competitività, che ha dato il primo impulso alla semplificazione nello start up di un’impresa. Anziché sostenere la vendita di benzina nei supermercati, il predecessore di Bersani ha favorito i contratti per l’esplorazione di giacimenti petroliferi e di gas nei Paesi arabi. C’è diferenza fra le due politiche. Marzano ritiene che l’azione dell’attuale ministro dello Sviluppo economico presenti molti elementi di continuità rispetto alla sua.

La differenza è che da una parte c’è stato un disegno organico di politica industriale, mentre oggi si fanno interventi spot. E di certo, la politica industriale del governo di centrodestra era assai lontana dalle pesanti interferenze governative di oggi nella gestione di imprese come Autostrade, Telecom, Snam.

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