Cinismo: pensiamo che alla base delle recenti dichiarazioni di DAlema e di Fassino su Hamas ci sia principalmente questo. Tuttavia, prima di cercare ancora di far ragionare il ministro degli Esteri e quella brava persona che è sempre stata in politica mediorientale Piero Fassino, segretario dei Ds, ci sono due novità che la cronista ha il dovere di raccontare.
La prima è che DAlema, nello stesso discorso di San Miniato in cui lunedì ha ribadito lidea che si debba parlare con Hamas in quanto «forza reale che rappresenta tanta parte del popolo palestinese», si è anche espresso in un modo che rende chi come me si occupa da tanti anni di Medio Oriente un povero reietto. Infatti il ministro ha bollato i giornalisti che hanno scritto della sua passeggiata a braccetto con gli Hezbollah, montando, a suo dire «una campagna», chiamandoli, né più né meno che «dei deficienti». Finalmente sappiamo ciò che siamo. Ma siamo contenti almeno che il titolo abbia valore mondiale, dato che sia la foto della passeggiata che lo stupore che ne è derivato hanno costellato parecchi giornali, in molte lingue, in tutto il mondo. Ma il disprezzo di DAlema per chi non ammira la sua politica è una sua antica abitudine. «So let it be with Caesar».
La seconda storia, ed entriamo in argomento, è che unindagine recentissima della Near East Consulting, compiuta a Gaza in questi giorni, dimostra che il consenso di Hamas è in discesa, mentre quello di Fatah cresce: gli schiaffi della messa in mora internazionale cominciano a fare effetto. Hamas ha ora il 23 per cento dei consensi a fronte del 29 del mese scorso, Fatah è salito dal 31 al 43. Il 66 per cento di quelli che hanno votato per Hamas oggi voterebbe per Fatah. Il margine di errore è valutato al 3 e mezzo per cento. Ismail Haniyeh con il 37 per cento è oggi nettamente sotto Abu Mazen che ha il 63 per cento. Questo significa che le stragi compiute da Hamas dopo le elezioni, la percezione (secondo Jamil Rabah, capo del Near East Consulting) del boicottaggio internazionale di Gaza, i disagi della popolazione, la disapprovazione per il comportamento criminale di Hamas hanno ottenuto quei risultati che DAlema e anche Fassino, quando ripetono che Hamas è una forza «democraticamente eletta» e quindi indispensabile alla pace, ritengono evidentemente impossibili. La sviolinata su Hamas come forza maggioritaria eletta in libere elezioni, anche evitando ovvi paragoni, per esempio quello con Hitler, è del tutto irrilevante: elezioni e democrazia non sono sinonimi, soprattutto quando la forza eletta dichiara ripetutamente che disprezza il sistema democratico come espressione della cultura blasfema dellOccidente, e che quindi usa le elezioni come puro veicolo di affermazione. La democrazia è un pacchetto complessivo, che prosegue anche il giorno dopo le elezioni: se una forza «democraticamente» eletta si avvale del consenso elettorale per imporre un regime teocratico e sanguinario, qualcuno mi deve spiegare dove è rintracciabile la sacralità del patto con le forze di minoranza.
Inoltre, non è affatto vero, come sostiene DAlema, che Hamas venga consegnata ad Al Qaida se non ci si parla. Hamas nasce nel ventre di Al Qaida e viceversa, i loro legami sono molteplici e intrinseci, come ha detto anche Abu Mazen, e nel passato ne abbiamo dato conto parecchie volte nei particolari, con le date e i nomi. Infatti, queste due organizzazioni non hanno nessunaltra ragione sociale se non quella religiosa messianica antioccidentale, ovvero la jihad. Non esisterebbero senza. Basta leggere la Carta di Hamas e, se poi non convince perché si pensa che siano tutte chiacchiere, basta dare unocchiata alle gesta del Movimento, sia sul fronte del terrorismo sia su quello della guerra interna. La mostruosa (ripeto, mostruosa) crudeltà dellorganizzazione descrive pienamente le sue potenzialità politiche. Esiste già, con Hamas, un dialogo che riguarda le questioni indispensabili, quelle degli aiuti umanitari e quelle dello scambio dei prigionieri. Per il resto è semplicemente masochista e persino un po folle immaginare come strumento di pace la promozione degli estremisti nel momento in cui tutta lidea della ricostruzione di un processo di pace mediorientale è basata sulla nuova costruzione della rilevanza dei moderati. Per questo Bush ha proposto la nuova conferenza di pace, per questo vuole conferire allAutorità di Abu Mazen 190 milioni di dollari, per questo intende fare di questa conferenza un appuntamento che contesti e anzi spinga fuori legemonia iraniana, che (ma DAlema non lo sa?) da Hamas è auspicata e utilizzata, uomini, danaro, armi.
Fiamma Nirenstein
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