Sakhir - «Grande gara, grande momento». Felipe Massa ha reso in un colpo solo felice l'Italia orfana di Schumi e il Brasile in cerca del nuovo Senna. Se dubbi ci sono sulla possibilità che Felipe diventi un nuovo kaiser Michael, rincuora invece gli animi rosso vestiti l'ormai certezza che Massa non sarà un nuovo Barrichello. Racconta: «Questo mondiale non era partito come mi sarei aspettato, mi mancava qualcosa: in Australia ero rimasto fuori dai giochi per un problema tecnico, in Malesia avevo fatto degli errori io. Ora, finalmente, è tutto ok. Ho spinto come un dannato ma ce l'ho fatta».
E l'appuntamento alla prima curva con Hamilton?
«Nessun problema: sapevo che per evitare guai avrei solo dovuto partire benissimo e impostare la mia traiettoria. Ce l'ho fatta. Era importante riuscirci, soprattutto dopo tutte le critiche subite dai media in questi giorni. Diciamo che non c'era modo migliore di tornare in partita. E adesso penso che i critici parleranno in modo diverso di me».
In più, stavolta, la macchina non l'ha tradita?
«Aveva solo del sovrasterzo nella prima parte, poi è stata perfetta nel secondo stint (la seconda parte dopo il primo pit stop). Sono fierissimo di questa vittoria, ne avevo bisogno: e mi piace pensare che arrivi alla vigilia di una sosta di tre settimane: così avrò più tempo per godermela».
Nella terza parte di gara, Hamilton ha recuperato molto: forse la McLaren rende meglio con le gomme dure?
«Può essere. Ma la verità è che ho pensato soprattutto a gestire e conservare la macchina: a quel punto non mi interessava aumentare il vantaggio anche se avevo la possibilità di spingere più forte di almeno tre-quattro decimi al giro. E poi ho dovuto affrontare diversi doppiati».
C'è stato anche un giro in cui ha perso un secondo su Hamilton.
«Sì, avevo frenato tardi finendo un poco sullo sporco; ma non ho perso un secondo».
Tre in vetta alla classifica con 22 punti, poi lei a 17.
«È e sarà una sfida eccitante per il titolo. Ora c'è questa lunga sosta e sarà davvero fondamentale lavorare bene e sodo per non perdere il vantaggio. Siamo vicinissimi alle McLaren, dovremo curare ogni dettaglio perché, di certo, questo campionato si deciderà alla fine e non dovremo perdere alcuna opportunità. Dobbiamo continuare a migliorare sotto ogni aspetto».
Le critiche sono acqua passata?
«Diciamo che è stato molto importante che tra la Malesia e questa corsa ci fossero solo sette giorni; la vittoria? Almeno mi evita di sentir parlare troppo male di me».
Tre vincitori diversi in tre Gp.
«È fantastico. Ma per me conta essere ritornato in lotta per il titolo».
A chi dedica questo successo?
«Alla mia fidanzata, a Rafaela: è stata una settimana molto difficile e lei ha avuto tanta pazienza».
Quanto è importante questa vittoria per diventare lei la prima guida Ferrari?
«Conta ogni risultato, sia per me, che per Kimi, che per tutto il team. Non penso però che si prenderanno decisioni fino a che il campionato non sarà quasi definito. Noi dobbiamo solo pensare a lavorare duro per piazzare sempre due rosse davanti alle McLaren. di certo, a fine campionato la cosa migliore per la Ferrari sarà avere i suoi piloti che combattono fra loro senza più rivali intorno. Questo è l'obiettivo».
Possiamo dire che è stata la sua
«No, per me conta di più quella in Brasile, alla fine dello scorso campionato, per l'emozione che mi ha dato vincere a casa; ma quella tecnicamente più impegnativa è stata in Turchia».
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