IL MATEMATICO IMPERTINENTE

Siamo alle solite: dobbiamo ringraziarvi. Ieri avete letto su queste pagine lo sconcerto che ha causato in una parte del pubblico lo show-conferenza del matematico Piergiorgio Odifreddi e, in particolare, i suoi attacchi a Benedetto XVI e all’arcivescovo Bagnasco. E, anche ieri, ci avete stupito. Perchè, per tutta la giornata, i nostri fax, le nostre caselle di posta elettronica e i nostri telefoni sono stati tempestati di reazioni sul tema. Reazioni sempre alte, sempre interessanti, sempre foriere di dibattito. Reazioni, fra l’altro, anche diverse: a fronte di molte proteste contro le degenerazioni del Festival della scienza, che sposano la nostra linea, pubblichiamo con piacere anche l’intervento laico di Franco Ferrara, un cortesissimo lettore di Mezzanego, che non ha mai nascosto il suo ateismo. Ma sempre nel rispetto delle posizioni altrui.
Perchè proprio qui sta il punto: nel rispetto. Odifreddi può professare fin che vuole il suo laicismo, ma perchè deve offendere i cattolici? Se solo dicesse un millesimo di quello che dice su Papa Benedetto XVI e sul relativismo a proposito dell’Islam, insorgerebbero decine e decine di intellettuali di sinistra, censurando le intollerabili offese ai musulmani. Anche giustamente, intendiamoci. Io credo che non vada offesa la religione. Nessuna religione. E, soprattutto, che non vadano offesi i fedeli. Ma perchè questo deve valere per tutti tranne che per i cattolici?
È proprio questo che avete capito alla perfezione. Ed è proprio questo che abbiamo cercato di dire con gli articoli di Andrea Macco, peraltro assolutamente isolati (con l’eccezione del Lavoro-Repubblica) nel panorama della stampa cittadina. Comunque la si pensi, ma è mai possibile che il mattatore del Festival della scienza - cioè l’evento del mese a Genova - che attacca l’arcivescovo non sia una notizia che merita un titolone? Ma è mai possibile che coloro che hanno dedicato pagine e pagine al totovescovo, all’addio di Bertone minuto per minuto e all’arrivo di Bagnasco secondo per secondo, con tanto di pubblicazione delle foto del camion dei traslochi a San Lorenzo, non ritengano questa polemica meritevole di qualcosina in più rispetto a tre righe all’interno delle recensioni teatrali dell’Odifreddi-show? Fortunatamente, c’è il Giornale. In attesa del prossimo numero del Cittadino, il settimanale della Curia, impegnato nelle scorse settimane a dar conto con grande foto dei «cordiali colloqui» fra Prodi e il Papa.
Come ieri, a Odifreddi contrappongo le parole di Giovanni Lindo Ferretti, ex cantante dei CCCP-Fedeli alla linea, icone di falci e martelli, che lunedì sera all’Archivolto presenterà il suo Reduce (Mondadori). Nella sua critica antimodernista scrive Ferretti: «Abbiamo ricoperto la casa dopo millenni di tetti in legno paglia pietra, negli anni ’70 del XX secolo, con l’ultimo ritrovato della tecnica edilizia.

Eternit si chiamava, il programma nel nome. È durato vent’anni. Negli anni ’90, con ignominia, obbligati per il nostro bene e a carissimo prezzo al metro quadro, l’abbiamo dovuto rimuovere. Uno schianto di scienza!». A Odifreddi questo libro non piacerà.

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