Politica

Matteoli: ecoincentivi per auto a gas contro il caro-petrolio

Il ministro dell’Ambiente sollecita Siniscalco a intervenire sulle accise e rilancia le fonti energetiche alternative

Silvia Marchetti

da Roma

La road map del governo nell’offensiva contro la corsa dell’oro nero punta sulle auto a gas e sulle fonti rinnovabili. Il prezzo del greggio è schizzato a 65 dollari a barile (e potrebbe salire ancora) con ricadute negative su benzina, trasporti, ed elettricità e i consumatori sono già scesi sul campo di battaglia. Ma la risposta dell’esecutivo non si è fatta attendere: per allentare la morsa dell’inflazione sulle spalle dei consumatori, è in arrivo il «pacchetto eco-incentivi» con uno stanziamento di fondi per la riconversione delle macchine a gpl e metano, per «raffreddare» le bollette di luce e gas e per lo sviluppo dell’idrogeno e di altre risorse alternative, tra cui il «carbone pulito». Il ministro dell’Ambiente Altero Matteoli porterà il «pacchetto» al primo Consiglio dei ministri «post-vacanze», il 26 agosto. Una misura di emergenza necessaria dopo la corsa dell’oro nero: i prezzi stellari del greggio sono un capitolo «scottante» a cui il governo dedicherà il massimo dell’attenzione e una parte del «pacchetto» molto probabilmente troverà spazio nella prossima finanziaria. Certo, gli eco-incentivi chiesti da Matteoli comportano ulteriori spese per le quali il ministro dell’Economia Siniscalco dovrà «fare i conti», ossia cercare la necessaria copertura finanziaria. La triangolazione tra i ministri Scajola, Matteoli e Lunardi è già partita e prevede la messa a punto di strategie per affrontare gli effetti del caro-barile nei settori che in Italia risultano maggiormente colpiti: ossia benzina, elettricità e trasporti. Compresa una possibile riduzione delle accise, intervento per il quale Matteoli aspetta il «parere» di Siniscalco, che dovrà presentare ai colleghi di governo «una relazione per farci capire se ci sono margini di intervento».
E così, per richiamare in patria gli automobilisti che vanno in Svizzera a fare il pieno, gli incentivi per passare al gas «sono l’unica soluzione concreta che può dare sollievo immediato alle tasche dei cittadini».
Negli anni passati, si trattò di una cifra di circa 300 euro. Un pieno di 50 litri di gpl costa infatti circa 28 euro contro i 65 della benzina e i 59 del diesel. In Italia sarebbero già 400mila le macchine che vanno a gas. Già nel 2001 Matteoli si fece promotore del Progetto Metano che vide coinvolti la Fiat e l’Unione Petrolifera: 15,5 milioni di euro furono stanziati per l’acquisto di veicoli a gas nei trasporti pubblici e per l’apertura di nuovi distributori nelle zone ad alta densità di traffico, soprattutto nel Nord. Un progetto che secondo il ministro ha «dato ottimi risultati», da prendere a modello: «Mi impegnerò - promette Matteoli - per avere altri fondi in Finanziaria. Cercherò di convincere Siniscalco».
Secondo punto della road map: rilanciare la produzione di fonti energetiche alternative per allentare la dipendenza del paese al petrolio. Un campo dove l’Italia è indietro rispetto al resto d’Europa, sia nella ricerca (soprattutto sull’idrogeno), sia nel numero di impianti (tra cui quelli riconvertiti al carbone pulito). Ma soprattutto per l’opposizione degli ambientalisti che denunciano una «sfigurazione» nello skyline del Bel paese ad opera di mulini eolici e pannelli solari. Difronte al «pazzo-barile», tuttavia, non c’è tempo per «polemiche ridicole».
Insomma, «la situazione è seria e dobbiamo tutti rimboccarci le maniche», taglia corto Matteoli.

Opposizione inclusa: «Invece di sparare nel mucchio dovrebbe dare un contributo propositivo».

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