Maxirissa tra due etnie di afgani all'Ostiense: un uomo rischia la vita

Il motivo della violenta lite, finita a colpi di coltellate, potrebbe essere legato a contrasti nella spartizione del traffico di droga nella zona. Al vaglio dei carabinieri la posizione di 14 fermati

Maxirissa a colpi di coltello alla Garbatella. Lo scontro avvenuto ieri sera alle 22 tra due bande di afgani in piazzale XII Ottobre, nei pressi del Terminal Ostiense, potrebbe essere collegato a contrasti sulla divisione di «proventi illeciti» derivanti dallo spaccio della droga. È l'ipotesi su cui stanno lavorando i carabinieri della stazione Roma Garbatella e della compagnia Roma Eur in merito alla lite, in cui sono rimaste ferite quattro persone, una delle quali rischia di morire.
Gli investigatori stanno vagliando la posizione di quattordici afgani, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, tutti fermati ieri in tarda serata sera. A fronteggiarsi a colpi di arma da taglio sono state due diverse etnie afgane, quella Pastun e quella Azara, che abitano nel vicino insediamento di via Palos. Per sedare la rissa sono dovute intervenire numerose autoradio dei militari dell'Arma che hanno avuto la meglio sugli stranieri.
Il ferito più grave, di 30 anni, è stato ricoverato al pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni per coltellate all'addome, ai polmoni e al cuoio capelluto. Grave, ma non in pericolo di vita, un venticinquenne ricoverato al San Camillo per alcune coltellate al torace. Meno serie le condizioni di un ragazzo di 21 anni, ricoverato al Sant'Eugenio e di un uomo di 30 che si trova al Cto.
«Roma non può essere teatro di regolamenti di conti tra comunità afgane o di qualunque altra etnia - dichiara Samuele Piccolo, delegato del sindaco per lo Sviluppo delle periferie - e i romani hanno tutto il diritto di vivere la propria città e il proprio quartiere, nel quale sono nati, in pace e tranquillità. La violentissima rissa all'Ostiense dimostra quanto sia difficile e piena di ostacoli la strada per l'integrazione tra stranieri e italiani». «Un cammino complesso - aggiunge Piccolo - che va percorso assieme.

Ma se qualcuno non è d'accordo e si lascia andare a episodi di violenza gratuita è giusto allora, per il bene dei romani e degli stessi stranieri che vogliono integrarsi, che torni al proprio paese». Il consigliere comunale auspica anche che i carabinieri giungano al più presto a individuare chi ha provocato e preso parte alla guerriglia.

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