La Lucchesia è un luogo-non luogo. Toscana. Prime pendici dopo essersi lasciati alle spalle la Liguria. Terre diverse. Terre che sono state teatro di sofferenze. Una guerra sconvolgente che ha toccato queste zone come il resto d'Italia ma da qui esce uno spaccato che non ha agganci geografici. È un non luogo perché accade in Lucchesia ma potrebbe accadere ovunque. Potrebbe avere come cornice qualsiasi parte d'Italia. L'io narrante ne è consapevole, ha concepito un figlio la notte che Obama diventava il primo presidente nero degli Stati Uniti. E guarda la sua compagna, la Nita, con lo sguardo benevolo di chi ha ricevuto da lei il regalo più grande. Ma quel figlio, che sembra simboleggiare la vita nuova dopo gli anni tragici descritti nelle oltre trecento pagine del romanzo, è il pretesto che lascia a mezza strada quel piccolo spaccato familiare.
I riflettori sono puntati sul luogo-non luogo abitato da uomini e donne rappresentati per soprannome. Come se potessero essere vissuti in qualunque tempo. In qualunque paese. In qualunque città. Sono gli amici e i parenti. I conoscenti e i vicini. I volti che hanno affollato strade, case e villaggi di quel luogo-non luogo e sono rimasti radicati nei ricordi e nei cuori. Tracce scintillanti di un passato che sa essere nostalgico allo stesso modo delle tragedie che fa riemergere. Gli aguzzini con i quali si confrontano. Le difficoltà che attraversano. Le amarezze che la vita dispensa e distribuisce. I caratteri spigolosi e ardui, quelli bonari e sorridenti, quelli che pagano pegno quando c'è da stringere i denti.
È questo e molto altro ancora «Meccanica celeste», l'ultimo volume di Maurizio Maggiani (Feltrinelli, pp.312, 18 euro) in una terra che non è la sua ma potrebbe esserlo. In una terra che forse non è la nostra ma potrebbe esserlo perché quei volti rappresentano stranamente qualcosa di familiare anche a noi. Perché leggendone fatti e misfatti ne rinveniamo le caratteristiche in altri personaggi di una quotidianità passata, fatta di piccoli eroi. O forse solo di piccoli e non di eroi.
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