Mediaset: "Stop a Sky nel digitale terrestre"

Per il presidente Confalonieri non ci sono le condizioni di mercato per accogliere le richieste che la società di Murdoch avanza di fronte all’Unione Europea. In Borsa le previsioni positive e la buona raccolta di marzo spingono il titolo a un rialzo del 5,5%

La crescita della raccolta pubblicitaria, stimata al 5,5% per il primo trimestre, ha messo le ali al titolo Mediaset in Borsa che ieri è salito di oltre il 5%. Nell’incontro con gli analisti che si è tenuto nella sede di Cologno Monzese, i vertici della società si sono detti ottimisti. «Il peggio è passato - ha spiegato l’amministratore delegato Giuliano Adreani - ci sono segnali positivi sul fronte pubblicitario da parecchi settori come le tlc e i prodotti di marca in genere che stanno investendo nuovamente». Molto buone anche le indicazioni che arrivano dalla Spagna, dove la controllata Telecinco ha visto i ricavi pubblicitari salire di circa il 20% a gennaio e del 40% a febbraio. «In questo caso - ha aggiunto Adreani - c’è anche un altro motivo: il governo ha tolto all’emittente pubblica la possibilità di raccogliere pubblicità che è finita sulle altre emittenti».
In Spagna Mediaset ha anche acquistato, da Prisa, una quota nella tv a pagamento Digital Plus. In Italia invece saranno lanciati altri canali per la tv a pagamento sul digitale terrestre, che continua a raccogliere abbonati e andrà in pareggio per fine anno.
Presto verrà lanciato anche Italia 2 oltre a canali dedicati al pubblico femminile ai documentari e ancora al cinema. Oltre ai numeri e alle previsioni i vertici della società hanno parlato anche del concorrente nella tv a pagamento, Sky Italia. La società che fa capo a Rupert Murdoch infatti non si accontenta più di 6 milioni di abbonati per la pay tv satellitare e di una quota del 98% del mercato. Sky vuole entrare nel digitale, senza aspettare il 2012, data della scadenza dei suoi impegni con l’Ue in ambito terrestre. Per questo ha messo in atto una potente azione di lobby nei confronti di Bruxelles. Ed era quasi riuscita a farsi dare il via libera per partecipare al prossimo Beauty Contest che in Italia dovrebbe attribuire nuove frequenze. In realtà questa gara dovrebbe essere riservata a piccoli e medi operatori e non certo a Sky, in quanto non è legata a rilanci in denaro ma solo a capacità progettuali per nuovi canali.
Ovvio che Mediaset sia contraria all’ingresso anticipato di Sky nel digitale terrestre. «L’Ue - ha spiegato il presidente della società Fedele Confalonieri- ha lanciato un market test rivolto al mercato e alle autorità italiane per valutare l’accoglimento delle richieste di Sky. Noi in compagnia degli altri operatori abbiamo ribadito che non ci sono cambiamenti tali sul mercato che consentano al monopolista satellitare di acquisire le frequenze di trasmissione già insufficenti per gli operatori attuali. Inoltre nessuno è riuscito a scalfire il monopolio di Sky sul satellite, un fatto che invece la commissione auspicava accadesse». Inoltre è aperta anche la questione degli spot televisivi di Sky sulle reti Mediaset. «La pubblicità gliela abbiamo data per un sacco di anni e questo ha fatto la loro fortuna, ma oggi siamo in concorrenza diretta», ha detto Adreani. La questione era sorta per il rifiuto di Mediaset di mandare in onda uno spot di Sky. «L’abbiamo rifiutato - ha spiegato il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi - perché faceva confusione sulle nostre offerte. Dopo una settimana ci hanno fatto causa». Di fronte al tale reazione, anche il Biscione ha alzato il tiro: «da quel momento il nostro atteggiamento è cambiato».


Il tribunale ha però respinto le richieste di Sky che voleva obbligare Mediaset a fornire spazi pubblicitari. Ma certo la potente Newscorp che controlla Sky Italia non è rimasta a guardare e ha annunciato l’intenzione di portare la questione all’attenzione della Commissione europea.

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