Gianni Mozzo
Per l'Oms la malaria è responsabile ogni anno della morte di un milione di persone, per la stragrande maggioranza si tratta di bambini dell'Africa subsahariana al di sotto dei 5 anni e di donne in gravidanza. Le terapie a base di combinazioni con artemisinina (Artemisinin-based Combination Therapies o ACTs) sono ritenute tra gli strumenti più innovativi ed efficaci per il trattamento della malaria, a causa della sempre crescente resistenza del parassita che sostiene la malattia verso i farmaci di uso più comune. Tuttavia, nonostante la loro efficacia, l'utilizzo di queste nuove terapie è limitato da una difficoltà di uso da parte del paziente, a causa dell'elevato numero di compresse necessarie per il trattamento. Il professor Nicholas White dell'Università di Oxford, uno dei massimi esperti internazionali in fatto di malaria, ha partecipato al Congresso su: «Scoperta e sviluppo di farmaci per le malattie parassitarie», organizzato dall'Università di Siena ed ha illustrato una associazione fissa a base di diidroartemisinina, derivata dalla artemisinina, e piperachina, un farmaco già registrato in Cina.
La artemisinina è estratta dalla artemisia, una erba medicinale che appartiene al millenario patrimonio della medicina tradizionale cinese. L'artemisinina è particolarmente potente contro la malaria in quanto agisce molto rapidamente senza gli effetti collaterali tipici degli altri antimalarici e non presenta forme di resistenza.
Secondo il professor White, questo farmaco è efficace ed offre una serie di vantaggi che ne consentono un utilizzo diffuso, quale il limitato numero di compresse che possono essere assunte anche a stomaco vuoto. Sono in corso due fra i più grossi studi clinici sulla malaria mai condotti in Africa ed Estremo Oriente su oltre 2500.
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