I contrari agli sconti ne fanno anche una questione di marketing: «Da sempre i ribassi spingono ad aumentare il consumo. Le medicine però non sono come il detersivo, il 3x2 rischia di creare seri problemi alla salute», spiega Alessandro Carletti, farmacista e portavoce della Federfarma milanese, lassociazione di categoria più forte. Federfarma si è opposta da subito agli sconti (fino al 20 per cento) che il decreto Storace suggerisce di praticare sui prodotti da banco, quelli cioè acquistabili senza ricetta. «Siamo contrari per principio: questa cosa può spingere, ripeto, allacquisto senza motivo, a fare scorta, e a consumarle quando non serve» o sono scadute. «Vediamo tutti i giorni gli errori di utilizzo delle medicine, nei Paesi come gli Usa dove è più facile comprarle ci sono più intossicazioni. Noi non vogliamo aumentare le vendite».
Il ministero ricorda che così si è agito in altri Paesi europei. Il prezzo di alcuni farmaci da banco - aggiunge - negli ultimi tempi è aumentato senza motivi. «Benissimo, ma se vogliamo fare un confronto con lEuropa guardiamo anche alle industrie farmaceutiche, che ci vendono i prodotti a prezzi più alti delle concorrenti estere» si scalda Carletti. Il governo, dalle industrie, ha strappato limpegno a non aumentare i prezzi fino al 2007. «Ma a noi è chiesto di diminuirli - ribatte il portavoce di Federfarma -. Anche le aziende dovrebbero portare i listini su livelli europei».
Quello dei prezzi, continua Carletti, resta un problema: «Le medicine da noi costano più che altrove, ma non ha senso chiedere un sacrificio solo a noi, lultimo anello della catena».
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