Meloni, fiducia intatta e Fdi solido al 30%. Oggi il centrodestra è ancora oltre il 50% ma Conte batte Elly

Gradimento della premier al 44%, quasi uguale a quello del 2022. Crosetto il più apprezzato dei ministri, con Piantedosi, Tajani e Giorgetti: pesa il quadro internazionale

Meloni, fiducia intatta e Fdi solido al 30%. Oggi il centrodestra è ancora oltre il 50% ma Conte batte Elly
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Lo scenario politico nazionale è oggi ad un punto alto di conflitto, segnato sia dalle diverse posizioni dei partiti sulle crisi internazionali, nelle ultime ore anche con la vicenda della Flottilla, sia dalle competizioni regionali in corso che ci accompagneranno fino a fine novembre. In questo contesto diventa importante conoscere il "sentiment" degli italiani, il loro legame con i partiti, con i leader e con il governo.

LA CLASSIFICA DELLA FIDUCIA AI MINISTRI

Fotografa un quadro politico complesso. Ai primi tre posti di vertice si collocano rispettivamente Guido Crosetto (42%), Mattero Piantedosi (41%) e Antonio Tajani (40%), a conferma del peso strategico di Difesa, Interno ed Esteri in un contesto internazionale instabile come quello attuale. In quarta posizione segue Giorgetti (39,5%) a testimonianza di quanto sia importante nella percezione collettiva anche una solidità dell'economia italiana ed al quinto posto il guardagilli Nordio (38,5%), proprio nel momento in cui c'è un forte dibattito sul tema della giustizia in attesa del referedum costituzionale che dovrà sancire se confermare o abrogare la legge sulla separazione delle carriere dei magistrati. Più in basso si trovano i ministri legati a settori tecnici o di minore esposizione pubblica, con percentuali tra il 29 e il 35%. In generale il valore medio di fiducia di tutta la squadra di governo arriva al 33,9%.

LA FIDUCIA NELLA PREMIER GIORGIA MELONI

Il gradimento per la presidente del Consiglio invece si assesta sul 44%. Bisogna dire che, dal suo insediamento a Palazzo Chigi, non si è registrata una variazione molto netta di questo indice. Era il 46% ad inizio legislatura nel 2022 e dopo 3 anni si è stabilizzato sul 44%, quindi con un trend constante.

LA FIDUCIA NEI LEADER DEI PARTITI

La premier Meloni è in testa anche nella classifica dei leader dei partiti ed in questo ruolo totalizza il 43% delle preferenze contro il 44% registrato come presidente del Consiglio. È interessante notare che il secondo in graduatoria è il leader del 5S Giuseppe Conte, che arriva al 38%, mantenendo una fiducia significativa, anche se in calo rispetto ai picchi post-pandemici in cui arrivò al 46%. Medaglia di bronzo per il più alto esponente di Forza Italia, Antonio Tajani (37%). La segretaria del Pd Elly Schlein si piazza al quarto posto con il 32%, mostrando una certa capacità di sfondamento anche oltre la base tradizionale del Pd. Tutti gli altri leader, invece, non superano la soglia del 30%.

LE INTENZIONI DI VOTO

Questi dati però non riflettono lo scenario appena descritto sulla fiducia, indicatore del fatto che spesso la forza del leader va oltre il bacino elettorale di riferimento. Fratelli d'Italia resta primo partito (30%), anche se in una fase di consolidamento più che di crescita. Il Partito Democratico (22,5%) appare stabile da molti mesi pur se all'interno permangono le frizioni tra l'area riformista moderata e quella più di sinistra. Il Movimento 5 Stelle continua ad essere un partito che offre migliori performance alle elezioni nazionali che non alle amministrative e con il 12,5% è comunque oggi la terza forza. Lega e Forza Italia continuano a duellare per essere il secondo partito della coalizione di governo anche se al momento gli azzurri (9%) sono leggermente avanti ai leghisti (8,5%). In termini di schieramenti, la compagine di governo si conferma maggioranza, arrivando al 50,5% mentre il "campo largo", nella formazione che sta partecipando alle regionali (cioè con CS+M5S+IV) si ferma al 44,5%. Azione al momento non si colloca in nessuno dei due schieramenti e arriva al 3,5%.

L'Italia appare quindi divisa ma non frammentata, con due poli

principali e un governo che aumenta i consensi rispetto alle elezioni 2022. Questo scenario appena descritto consegna, dunque, un sistema in apparente stabilità. Che sia momentanea o duratura, ai posteri l'ardua sentenza.

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