Un memoir di "Scene" fra il Bronx e l'Italia

Un film che si sfoglia. Pagina dopo pagina, trovando di fronte un uomo libero da ogni velo, senza pudori e senza la colta e raffinata verbosità del vip costruito in laboratorio

Un memoir di "Scene" fra il Bronx e l'Italia
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Abel Ferrara non è uno di quelli che nutrano propriamente una fede incrollabile nel valore taumaturgico delle parole. Per lui, il linguaggio delle otto miliardi di anime che popolano questo pianeta è dato dalle immagini. Un concetto imparato da Alfred Hitchcock, non esattamente il suo maestro di vita e arte, ma tant'è. Così, il fatto che in libreria arrivi un "Memoir", termine da lui preferito al più consunto autobiografia, diventa notizia. A scorrerlo ci si accorge però che la narrazione non è di quelle classiche, ma è costruito come lo richiederebbe un film (qui accanto ne proponiamo un brano, sugli inizi e il primo film 9 Lives). E il titolo Scene (La nave di Teseo, pagg. 240, euro 22) diventa perfettamente pertinente al personaggio Abel, al regista di tanti film celebri (Il cattivo tenente, Fratelli, Go Go Tales, Mary e via elencando fino all'ultimo, Padre Pio), all'autore di se stesso.

Un film che si sfoglia. Pagina dopo pagina, trovando di fronte un uomo libero da ogni velo, senza pudori e senza la colta e raffinata verbosità del vip costruito in laboratorio ma quello che gli è più consono, da re del cinema indipendente. E con lo stesso tono di un amico che confida i suoi segreti parla di una vita - la sua - che in realtà sono mille vite. L'esodo del nonno dalla campana Sarno a New York. Una famiglia in cerca di fortuna, di cui lui rappresenta la terza generazione. L'infanzia e l'adolescenza nel Bronx (dove nasce nel 1951). La sfera dei piccoli allibratori. Sesso. Droga. Il cinema che parte proprio dall'esordio con un porno di scarsa fortuna. I matrimoni. Le tre figlie. La redenzione, trovata in quell'Italia in cui era tornato, senza sapere che stava percorrendo il tragitto inverso a quello di nonno Abel dal quale ha ereditato anche il nome.

E proprio nella patria della sua famiglia ha ricevuto la salvezza e la liberazione dalle dipendenze da alcol e stupefacenti e oggi è un devoto padre di famiglia, un convinto buddista, legato alla sua Cristina che gli ha

regalato la figlia Anna, nata tra i mille sospiri di un ingorgo convulso nei pressi del Vaticano, poco dopo l'arrivo in ospedale. Una favola un po' pulp e un po' hot, di quelle che piacciono a lui. Così si è raccontato a noi.

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