Mentana a pieno gas in un’ora tutti i gol Bonolis? È già un ex

Massimo Bertarelli

Irrompe in video con foga Enrico Mentana, nuovo padrone di Serie A. Tanto per far capire subito chi comanda, nessuna valletta, si prende lui la lettura dei risultati, a raffica, manco a dirlo. Naturalmente dopo avere salutato, «da amici» Paolo Bonolis con un promozionale lancio del Senso della vita, il nuovo programma del conduttore defenestrato in onda da giovedì. In tutto due minuti di preambolo e pubblicità.
Il ritmo è concitato, i convitati alla megascrivania dove Mentana sta ritto, camicia aperta senza cravatta, forse per non far torto al predecessore, arrivano uno alla volta, cercando di far coincidere sintesi e precisione, come piace all’anfitrione. Alberto D’Aguanno mostra il gol più bello della giornata, autore Diana in Sampdoria-Lazio. Splendido in effetti. Scappa D’Aguanno e gli subentra Matteo Dotto: sembrano due staffettisti della 4x100. Imputato alla moviola il gol annullato a Gilardino in Fiorentina-Milan. Ma i dubbi non sono certo chiariti. A Firenze, appostato davanti al pullman del Milan, Adriano Galliani, visibilmente irritato, fa gli auguri a Mentana, «ma solo come presidente della Lega».
La prima bugia al minuto 12: «Cominciamo da una partita importante», che sarebbe poi Sampdoria-Lazio. Se non altro non è nemmeno la più loffia, come da antica, immutabile regola di 90° minuto. Servizio rapido, con la novità in coda: il migliore e il peggiore in campo. Purtroppo il mezzobusto che ha realizzato il còmpito non resiste alla tentazione di mostrarsi a tutto video, secondo la più riprovevole tradizione di 90°. Ma lo scaltro Mentana non cade nel primo dei tanti trappoloni in cui è rimasto invischiato Bonolis: niente cazzeggio con gli inviati dai campi, anche perché la graditissima assenza della Gialappa contribuisce a non virare sull’ironia.
Ore 18.27, parte il messaggio promozionale numero uno e, altra divergenza da Paolino-sempre-in-pista, Mentana si sottrae alla missione, lasciando l’ingloriosa incombenza a Elisa Triani, appena sbucata da Domenica stadio di Italia 1. Le grandi, è ovvio, si prendono la fetta più sostanziosa della trasmissione. La sintesi di Roma-Juve della vigilia è un estratto della concitata telecronaca («sul digitale terrestre», precisa Mentana) di Bruno Longhi. Segue moviola per il fallo isterico di Totti sul crapone di Nedved ed entrano finalmente in scena i due opinionisti di giornata, il popolare, tra i frequentatori dei talk show calcistici, Aldo Serena e Roberto Beccantini, noto, almeno come firma, ai lettori della Stampa, che sembra il fratello minore di Giorgio Tosatti, per baffi, postura e punzecchiature, ma grazie al cielo rinuncia alle statistiche.
Di cui con Bonolis era inutile portavoce Alessandro Longhi, provvidenzialmente messo alla porta da Mentana, che ha un solo credo: ritmo, ritmo e ancora ritmo. Vietate le battute, meglio una parola in meno che un sorriso in più, ospiti confinati dapprima nel loro ghetto ma richiesti, nel finale, di frequenti pareri. Alle sette manca solo la partitissima Fiorentina-Milan, preceduta dal messaggio promozionale numero due, con una coppia di innocue bambole bionde. «Tra poco vedremo Fiorentina-Milan», la pluriannunciata promessa, da marinaio, di Enrico Mitraglia si materializza alle sette e quattro minuti, con il commento di Franco Ligas, il bersaglio preferito degli sberleffi del quartetto Gialappa-Bonolis. Che si becca, guarda caso, un «bravo Franco Ligas» da Mentana. Per la cronaca il prosaico Serena riapre bocca dopo un’ora e dieci, il poetico Beccantini idem, per giudicare il gol annullato a Gilardino e i rigori non concessi per i falli di Brocchi e Nesta. Arrivano a sorpresa le pagelle di Alberto Brandi (anche queste approvate con uno squillante «bene» dal gran capo), più sintetiche e meno auliche di quelle celebri del controcampista serale di Italia 1 Paolo Ziliani.

Sipario dopo il terzo e il quarto messaggio promozionale, l’ultimo scampolo di moviola e Monica Vanali, collegata da San Siro, «che evidentemente non è andata a Roma». E chi vuol capire capisca. La Gialappa entra in scena alle sette e quaranta: «Noi i gol ve li facciamo vedere in dodici minuti». Detto, fatto. Bonolis è già un ex. In Serie A, s’intende.

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