Francesco Gambaro
Mentre l'Unione cancella dal suo programma il Terzo Valico ferroviario stroncando le prospettive di sviluppo del porto e della città, l'Agenzia Waterfront si riunisce per l'ennesima volta allo scopo di fare il punto sullo stato dell'arte del progetto di Renzo Piano, l«Affresco» già più volte riveduto e corretto che dovrebbe ridisegnare il fronte mare genovese. E che nella migliore delle ipotesi vedrà la luce fra una trentina d'anni. Intanto però ci si riempie la bocca con isole aeroportuali, penisole, passeggiate a mare, e prospettive di sviluppo vicinissime allutopia. Così ieri pomeriggio a molo Giano è andata in onda l'ultima puntata dell'Affresco. Con la partecipazione «straordinaria» del presidente dell'Autorità portuale, Giovanni Novi, del presidente della Regione, Claudio Burlando, del numero uno della Provincia Alessandro Repetto e del sindaco Giuseppe Pericu. Il quale, a scanso di equivoci, ha ricordato che «tutte le soluzioni di cui si parla, sono ancora oggetto di studio e approfondimenti tecnici. Per ora siamo in una fase istruttoria. Ci siamo dati tempo fino a giugno per valutazioni ancora più approfondite». Insomma, aggiunge Pericu, «questa è una grande opera, non un friscieu, non si tratta di belinatine (testualmente, ndr)». Considerando che siamo arrivati alla versione numero 38 dell'Affresco, c'è da credergli. Scendendo nel dettaglio: non si è ancora deciso se spostare l'aeroporto a mare, oppure lasciarlo lì dov'è per costruire una piattaforma per le merci, ampia un milione e 200 metri quadrati. La prima ipotesi è un vecchio sogno nel cassetto di Piano che in tal modo riuscirebbe a liberare il porto dall'incidenza degli atterraggi. «Altrimenti questa resterà sempre un'area zoppicante», spiega l'architetto. Per quanto riguarda specificamente il porto, nessun problema (dicono in coro i rappresentanti dei vari enti) per il tombamento di Calata Bettolo. «Tra due giorni si aprono le buste per saper chi lo realizzerà», conferma Pericu. Il fatto che sarà pronto tra 5 o 6 anni è tutto un altro discorso... L'unica certezza riguarda il ridimensionamento del porto di Voltri. Nel progetto c'è spazio per nuovi pescherecci, tratti di spiaggia e quattro accosti per le «mitiche» autostrade del mare. A Voltri siamo già nel futuro. Capitolo riparazioni navali: l'ultima «notizia» è che non vanno da nessuna parte e rimangono dove sono. «Tutte le attività di manutenzione delle barche restano, nessuno caccerà i riparatori navali», promette Burlando. Confermato anche il ridimensionamento del porto petroli, il cui «recupero ambientale gioverà molto a Multedo», sottolinea ottimisticamente Pericu. Fincantieri: la parte a monte della ferrovia diventerà area urbana. «Così restituiremo 70 mila metri quadrati alla città», promette ancora Burlando. Sestri diventerebbe il polo per le costruzioni navali di tutta la città. La zona del Porto antico rimane così com'è, al pari di Sampierdarena con tutti i riempimenti previsti. Rimane ancora da sciogliere il nodo dei finanziamenti. Si pensa a un project financing, si parla di 6,7 miliardi di euro: Pericu spera che «il nuovo governo voglia investire sui porti», con involontaria ironia nei confronti dei progetti di Prodi.
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