La Merkel vuole cacciare la Grecia dall'euro per 5 anni

Attentato dell'Isis al consolato italiano in Egitto. Tutti i luoghi a rischio nel nostro Paese

Se un'autobomba potente esplode alle 6.30 del mattino devastando il consolato d'Italia al Cairo, capitale del più importante Stato del Medio Oriente il cui governo è in guerra contro il terrorismo sia dei Fratelli musulmani sia dei gruppi legati allo Stato islamico dell'Isis, chi ci governa dovrebbe trarre le seguenti conclusioni: 1) è l'ennesima conferma che è in atto una guerra scatenata dal terrorismo islamico globalizzato. 2) L'Italia è un bersaglio privilegiato del terrorismo islamico, innanzitutto perché il suo essere «ventre molle» dell'Europa ha reso più credibile l'obiettivo di sottomettere Roma all'islam, profetizzato da Maometto e da sempre una certezza per tutti i musulmani; per il riconoscimento del regime laico di Al Sisi che si è imposto a furor di popolo su quello islamico di Morsi; per il suo coinvolgimento militare, seppur simbolico, in Irak contro l'Isis; per il suo impegno in Libia per un governo di unione nazionale anti Isis. 3) È stato un avvertimento, avendo intenzionalmente voluto limitare il numero delle vittime, che sottintende che i terroristi islamici si attendono una contropartita dall'Italia per non replicare l'attentato in modo ben più sanguinoso. Non mi stupirei affatto se i nostri servizi segreti o i nostri diplomatici al Cairo giocassero su più tavoli, ricercando sottobanco un'intesa con i terroristi islamici per essere lasciati in pace pur continuando a sostenere ufficialmente il governo di Al Sisi.

Purtroppo non ci siamo affatto. A parte il fatto che, in assenza di vittime italiane, l'interesse per la devastazione del nostro consolato (...)

(...) al Cairo è andato scemando nel giro di poche ore nelle televisioni e sui siti internet, la risposta del nostro governo è stata più che superficiale. Non si tratta, come hanno fatto il capo dello Stato Mattarella e quello del governo Renzi di rassicurare Al Sisi sulla collaborazione dell'Italia nella lotta al terrorismo, né come ha detto il ministro degli Esteri Gentiloni di non farsi intimidire. A questo punto o prendiamo atto che siamo in guerra e che in guerra o si combatte per vincere o la guerra la subiremo comunque e la perderemo inevitabilmente.

Ebbene se vogliamo vincere la guerra dobbiamo in primo luogo conoscere il nemico. Sapere correttamente che sia i Fratelli musulmani sia l'Isis hanno come riferimento ideologico il Corano, i detti e i fatti attribuiti a Maometto, i testi dei rispettivi ideologi che talvolta coincidono. Affranchiamoci dall'illusione che esista un «islam moderato» e dall'idiozia secondo cui i terroristi islamici non sarebbero musulmani o addirittura nemici dell'islam. Pensiamo che i Fratelli musulmani, che vengono concepiti come i moderati, persino nel loro motto ricalcano in tutto e per tutto Al Qaida e l'Isis: «Allah è il nostro obiettivo. Il Profeta è il nostro capo. Il Corano è la nostra legge. Il jihad è la nostra via. Morire sulla via di Allah è la nostra suprema aspirazione». Impariamo dalla storia che ovunque si sono presentati sulla scena pubblica i Fratelli musulmani, inesorabilmente poi è esploso il terrorismo islamico. È successo in Egitto negli anni '70 culminando con l'assassinio di Sadat nell'81; in Algeria negli anni '90 con l'affermazione del Fis provocando ben 250mila morti; in tutto il Medio Oriente dopo la menzogna della Primavera araba i cui frutti avvelenati sono lo Stato islamico e il dilagare ovunque del terrorismo islamico.

La verità è che oggi il vero nemico dell'Occidente sono gli occidentali filo islamici. C'è da inorridire quando l'esponente del Pd Federica Mogherini, assurta ad Alto commissario per la politica estera e della sicurezza dell'Unione europea, dice che «l'islam appartiene all'Europa» e che «l'islam politico dovrebbe essere parte del quadro» inteso come democrazia.

Quest'Occidente che ama l'islam più di se stesso rassomiglia all'Europa che s'illudeva di giungere a patti con Hitler e che Churchill paragonò alla «persona conciliante che nutre il coccodrillo con la speranza di essere mangiata per ultimo».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica