La messa in latino? Dopo 40 anni un ritorno difficile

Caro Granzotto, ho letto la recente lettera del Sig. Diogene riguardante la Messa in latino. Sono perfettamente d’accordo sulla prima parte dove dice «ero in grado di comprenderla e quindi non nascondo il mio rammarico per l’improvvida decisione della Chiesa di sostituirla con Messe celebrate nella lingua del Paese». Non sono invece d’accordo sul seguito «sono tornato ad assistere a una funzione in versione gregoriana tipo 1400: un’ora e mezza di sofferenza fra cantilene strascicate e parole pressoché incomprensibili (...) credo sia stato un gravissimo errore ripristinarla dopo 40 anni». In una chiesa di Mantova, da quasi 5 anni, viene celebrata la S. Messa tridentina nei giorni di sabato e prefestivi e credo che nessuno dei presenti alla celebrazione sia turbato da «parole incomprensibili» o da «cantilene». Come si può non capire il latino della S.

Messa che non è quello aulico di Cesare e Cicerone? Chi non comprende «introibo ad altare Dei» o «et vidimus gloriam Ejus»? Ha fatto bene il S.Padre con il Motu Proprio a liberalizzare la S.Messa tridentina. Non sarebbe bello se nelle chiese di tutti gli Stati, ci sentissimo un po’ più europei e non semplici sudditi di Eurolandia?

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