Controcultura

Dal Messico alla costa orientale è sempre il re del noir

"Oh, allora tutta Troia mi sembrò sprofondare tra le fiamme..."

Dal Messico alla costa orientale è sempre il re del noir

«Oh, allora tutta Troia mi sembrò sprofondare tra le fiamme...». È l'Eneide, che Don Winslow cita all'inizio del suo nuovo romanzo, Città in fiamme (HarperCollins Italia, pagg. 400, euro 22; in libreria dal 26 aprile): una città come l'antica Troia, che però non si trova sulle sponde del Mediterraneo bensì nel Rhode Island, la costa orientale degli Stati Uniti dove lo scrittore, nato a New York, è cresciuto, prima di trasferirsi in California. Una parentesi di vita che, si capisce subito aprendo le pagine di Città in fiamme (e, una volta aperto, come ogni romanzo di Winslow sarà difficile chiuderlo...), il re del noir ha fatto sua tanto quanto i meccanismi dei cartelli messicani della droga, la violenza nascosta nella paradisiaca San Diego, la mentalità dei criminali della Grande Mela, i segreti del carcere, gli abusi legati all'immigrazione, le procedure dell'Fbi... Si può rimanere sorpresi, ma questo è Winslow: un maestro del genere. Che riesce a immedesimarsi in qualsiasi mondo criminale e mettercelo lì, sotto gli occhi e le orecchie, come se fossimo al cinema. E, quindi, la costa orientale prende il posto della California e delle atrocità dei narcos, quelli della trilogia composta da Il potere del cane, Il cartello e Il confine (Einaudi), per dare vita a una nuova trilogia, che parte da Città in fiamme e passerà da una Città di sogni per finire in una Città in cenere.

Chi combatte questa nuova guerra? Non i greci e i troiani, non Art Keller e Adàn Barrera, non ex surfisti o investigatori alla Neal Carey (lo stesso Winslow, fra mille mestieri, ha fatto a lungo l'investigatore privato), bensì dei mafiosi, italiani e irlandesi. Gli irlandesi sono i Murphy, alleati storici di Pasco Ferri, mafioso italiano che comanda l'intera zona di Providence tenendo a bada anche il clan rivale, quello degli italiani della famiglia Moretti. La pace dura fino a quando spunta una bella Elena, di nome Pam, che mette zizzania tra i Murphy e i Moretti: si presenta come fidanzata del rampollo dei Moretti, grida all'abuso da parte del più scapestrato dei fratelli Murphy e poi, incurante della guerra che sta per scatenare, molla il fidanzato per sposare l'ormai perdonato molestatore, diventato un bellissimo eroe. A nulla valgono gli avvertimenti della giovane Cassie, ovviamente Cassandra, sul fatto che quella donna porterà guai...

Sulle spiagge, al posto delle grigliate vanno in scena violenze, delitti, vendette, dolori, famiglie distrutte. Chi cerca di tenere insieme i pezzi è Danny, che di cognome fa Ryan: figlio di un capoclan decaduto, non ha aspirazioni al comando, sebbene sia il genero di Murphy padre (ne ha sposato la figlia Terri); eppure, come un Enea del Rhode Island, si accolla sulle spalle il peso della famiglia e di un destino da portare avanti. Una volta Don Winslow ci ha detto: «La crime fiction è casa mia».

Questa Città in fiamme lo dimostra una volta di più.

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