Mezze calze per mezze stagioni

Il calzino corto è l’unico divieto anco­ra vigente per la buoncostume. Segue a debita distanza la canotta traforata

No, il calzino corto no. Ma perché col caldo atroce e i polpacci bolli­ti, o almeno adesso, nel passaggio set­tembrino, dobbiamo attenerci all’uni­co martirio di costume in vigore, la cal­za lunga, e sottoporci a questo impera­tivo categorico del bon ton? Sento gen­tili signor­e assai griffate che fanno vola­re organi sessuali dal loro eloquio raffi­nato, noto eleganti signori bestemmia­re divinità e relative madri, vedo giova­ni fighetti usare jeans stracciati e scadu­ti a mezza chiappa con vista sulle mu­tande... Tutto è permesso, eccetto il cal­zino corto. Peccato mortale, atto osce­no in luogo pubblico; la Sarta Inquisi­zione ti appende per i piedi.

Il calzino corto è l’unico divieto anco­ra vigente per la buoncostume. Segue a debita distanza la canotta traforata, repressa duramente col reato di kitsch plurimo aggravato. Ci sono politici e vip condannati a vita non per i reati commessi, la volgarità o le cadute di sti­le, ma per l’uso criminoso del calzino corto. Accettiamo ogni genere di sbra­camento, è così raccapricciante intra­vedere l’inizio del polpaccio e il pelu­che naturale che sporge dai calzoni? È consentito perfino il fantasmino, assai più ridicolo e più ingovernabile, che scende sotto il tallone o sopravanza ai bordi della scarpa, ma il tenero calzino corto che ricorda l’Italia povera, inge­nua e felice del dopoguerra no, nessu­na pietà.


Se troverò la forza per sopportare l’urto sociale e il pubblico disprezzo, mi farò testimonial del calzino corto, versione trasparente. Mezze calze per mezze stagioni. Lunga vita al calzino corto.

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