Mezzi pubblici gratis per tutti non per gli agenti provinciali

I poliziotti di Palazzo Valentini esclusi dall’accordo tra Atac, MetRo Comune e forze dell’ordine

Poliziotti appiedati e «grandi esclusi» dall’accordo per l’uso gratuito dei mezzi pubblici. Se persino ai marinai guardacostieri è in arrivo la card per poter usufruire di bus e metro senza ticket sulla rete romana, gli unici «portoghesi» restano i 300 agenti della provinciale.
Pensare che proprio alla Provincia esiste persino un mobility manager col compito di «migliorare la qualità della vita dei dipendenti». Un dirigente, insomma, incaricato soprattutto di «attuare tutte le iniziative per facilitare gli spostamenti casa-lavoro del personale, individuando soluzioni alternative all’auto privata e favorendo la riduzione dell’inquinamento ambientale, il miglioramento della viabilità e maggiori standard di sicurezza», come recita l’impegno contrattuale.
Ai propri lavoratori la Provincia di Enrico Gasbarra ci tiene e come. Tanto che ad affiancare il mobility manager è stato delegato uno staff di supporto tecnico ad hoc che in collaborazione con l’Aci, l’Automobil Club Italiano, partecipa a corsi di formazione e di aggiornamento (pagati dalla Provincia, appunto), il tutto con lo scopo di arrivare alla redazione del «piano degli spostamenti casa-lavoro».
Dunque, negli uffici di via Pianciani al dipartimento VI, c’è chi lavora alacremente per individuare sempre nuove strategie per rendere la vita più facile ai tremila dipendenti di Palazzo Valentini. Con un’attenzione particolare a come raggiungono le loro sedi di lavoro, a come poter incentivare l’uso di mezzi pubblici in un’ottica di «mobilità urbana sostenibile», come indicato dal decreto ministeriale del ’98 che istituisce la figura del manager.
Ed ecco il paradosso. Alla squadra di tecnici è sfuggita l’unica operazione a costo zero: quella di inserire nell’accordo romano gli ex «guardiacaccia» da anni operativi sulle nostre strade con compiti di controllo del territorio a tutti gli effetti. Gli unici agenti non contemplati nell’accordo di fine anno sottoscritto da Atac, Met.Ro. e Comune di Roma con polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili urbani (rientrati in extremis solo dopo avere protestato) e capitaneria di porto per l’utilizzo gratuito della rete pubblica.
Eppure la Provincia è tra le maggiori contribuenti in termini di risorse e finanziamenti per il rinnovo del parco mezzi delle società di trasporto romane e laziali. Di recente ha contribuito al risanamento della Cotral con un finanziamento complessivo di circa 14 milioni di euro, mentre nell’ambito del piano integrato di trasporto ha stanziato 4 milioni di euro per sostenere la mobilità urbana proprio all’interno del Comune di Roma. Con un investimento di 52 milioni di euro, poi, ha contribuito all’acquisto di 11 nuovi treni (di cui 7 doppio piano) che consentiranno di aumentare l’offerta ferroviaria sul territorio provinciale. Senza contare che ha promosso una convenzione con le varie aziende di trasporto pubblico locale per la riduzione del costo degli abbonamenti annuali Metrebus Lazio riservata agli studenti e alle famiglie con fasce di reddito più deboli.
Nel 2006 sono state presentate circa 30mila domande di agevolazione tariffaria, con una spesa di un milione e mezzo di euro.

Ma alla faccia di manager, tecnici e ingegneri, i poliziotti della provinciale per raggiungere le loro sedi (quasi tutte decentrate, vedi Fiumicino, Colleferro, Tivoli e Bracciano) e per gli spostamenti di servizio continuano a dover usare i mezzi privati.

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