«Mi ha lasciato per un’altra»: le uccide tutte e due

Vittime una badante ucraina e una russa. L’uomo si è costituito poche ore dopo

Il perché in tante brutte copie di quella che avrebbe dovuto essere una lettera. Una confessione stracciata, incompiuta, scritta in notti d’ossessione, spese a provare a spiegare l’incubo che lo stava trasformando in assassino. Righe accartocciate, lasciate sul tavolo.
Ieri mattina lo ha fatto. Due delitti nel giro di mezz’ora. Due donne ammazzate a coltellate: la sua ex moglie e l’amica di lei. Lui, Anacleto Roncalli, 67 anni, idraulico in pensione con una vita già segnata dal lutto e i capelli troppo bianchi per pensare di ricominciare daccapo, è uscito di casa all’alba. Armato di gelosia e di un coltello da cucina. Doveva spezzare i fili di quel destino che lo aveva lasciato solo, convinto che quella sua giovane, bella donna lo avesse abbandonato per un amore omosessuale.
Nataliya Holovko, 43 anni, badante ucraina con due figli grandi avuti da un precedente matrimonio, se l’è visto comparire mentre usciva dal garage di casa in via Ca' de Passeri, a Villa d’Adda. L’ultimo tentativo di riaverla, la lite, parole urlate con disprezzo, gli insulti. Poi il coltello che affonda. Due, tre forse più fendenti al ventre. Erano le sette e mezzo. È stata una vicina di casa a dare l’allarme. Mentre lui, l’idraulico, era già partito per la sua prossima missione di morte. Trenta chilometri di strada, sulla sua Punto blu per arrivare a Locatello. Qui lungo la strada per Fuipiano Imagna (la provinciale principale della Valle) ha intercettato la persona che considerava la causa del suo divorzio: Alla Smirnova, 42 anni, anche lei badante, russa, convivente con un carpentiere della zona. L’assassino l’ha bloccata mentre era in macchina, su una Volkswagen Lupo. Attimi. Dopo aver aperto lo sportello l’ha accoltellata diverse volte finendola con un colpo alla gola.
Epilogo tragico di un caso già chiuso.
Roncalli, vedovo e padre di due figli avuti dalla prima moglie, aveva già deciso cosa fare. Proprio come quando spediva lettere minatorie alla sua giovane ex o le imbrattava i muri di casa con scritte minacciose. Sapeva che non avrebbe potuto andare lontano. Così dopo qualche ora si è diretto verso il carcere bergamasco di via Gleno.
Una pattuglia dei carabinieri lo ha bloccato verso mezzogiorno mentre andava a costituirsi. In auto aveva ancora il coltello sporco di sangue, docile si è lasciato portare in caserma. E qui, davanti al magistrato, ha raccontato la storia della sua vita finita.
Anacleto Roncalli e Nataliya si erano sposati sei anni fa. Per lui una seconda giovinezza. L’illusione di una storia vera con una donna che provava a ricostruirsi un futuro, due figli da mantenere, Nikita, 16 anni, e Alexander, di 21, lui lasciato nel Paese d’origine. Un’unione che non funzionò fin da subito. Lei giovane e attraente, lui geloso e possessivo. Era la sua ultima occasione di felicità. Ma un anno e mezzo fa la separazione, la scelta d’andarsene da parte di lei.
L’idraulico non si era rassegnato. Continuava a cercarla, a seguirla, a minacciarla. Voleva trovare una spiegazione al fallimento, un colpevole.

Fino a quando la sua paranoia omicida ne ha disegnato uno: alla, l’amica del cuore di Nataliya. Il suo compagno, stava lavorando in cantiere quando ha saputo. E disperato piange: «Non posso crederci, non ne troverò mai più un’altra come lei».

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