SanremoCommosso. Ma a modo suo: con garbo. «Se ne va un simbolo di stile in campo discografico». A dire il vero quel simbolo Alberto Fortis, che oggi ha 55 anni anche se non li dimostra, lo attaccò a pallettoni nel 1979 con un brano, Milano e Vincenzo, che è diventato unicona della nostra musica leggera. Ecco, quel «Vincenzo io ti ammazzerò, sei troppo stupido per vivere» era proprio dedicato a Vincenzo Micocci, padre padrone delletichetta It e figura simbolo del cantautorato italiano: «Lo rimpiangerò e non lo dico solo perché adesso non cè più».
Daltronde, caro Alberto Fortis, lei ha appena scritto proprio la prefazione dellautobiografia di Micocci (Coniglio Editore).
«Lha intitolata proprio Vincenzo io ti ammazzerò».
Chissà cosha scritto. La canzone non lasciava spazio a dubbi.
«Ho iniziato dicendo più o meno: Oggi il mio rapporto con Vincenzo rappresenta la vittoria dellintelligenza. E ho terminato la mia prefazione mettendo per iscritto la mia riconoscenza e il mio rispetto».
Addirittura.
«Già. Quel brano sintetizzava in modo roboante il mio primo impatto con un discografico: e Milano e Vincenzo era lurlo liberatorio di un ventenne che fremeva perché era stato messo sotto contratto per due anni senza poter fare nulla».
Ma lui come la prese?
«Beh allinizio non gli fece molto piacere. Ma rispose con signorilità: Lo considero uno sfogo. E comunque è una bella canzone».
Micocci comunque aveva un bellintuito musicale.
«Difatti ha lanciato De Gregori, Venditti, Rino Gaetano e, più recentemente, anche Paola Turci. Ed è stato fondamentale anche nella carriera di Ennio Morricone, se non sbaglio».
In un modo o nellaltro lanciò anche lei.
«E, quasi per ironia della sorte, ho lavorato molto anche con i suoi figli Stefano e Francesco, che ho sentito al telefono proprio la scorsa settimana».
E il «maledetto» Vincenzo?
«Lultima volta che ci siamo parlati è stata, credo, due anni fa. Ma il nostro legame, ormai, era scritto nella storia grazie ai versi di quella canzone».
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