Roma

«La mia gavetta comica? Facendo il cattivo in tv»

Marco Morello

Ha debuttato ieri sera al teatro Parioli Per fortuna che c’è Riccardo, un monologo frizzante del comico Riccardo Rossi. Ne abbiamo parlato con il protagonista.
Quali sono i temi principali del tuo spettacolo?
«Faccio scorrere una ministoria dei tempi moderni, chiamiamoli così, attraverso una serie di date che hanno cambiato la nostra vita».
A quali in particolare si riferisce?
«Ci sarà un excursus musicale, partendo da Gregorio Magno, passando per Bach ed Elton John, per finire a Mendelssohn. Poi racconterò della morte assurda di Caravaggio, di quella tragica di John Lennon, dei computer Apple, della vita di Giorgio Armani e di Michael Jackson».
Perché proprio Michael Jackson?
«Mi sono chiesto come faccia la gente a pensare che abbia potuto copiare un pezzo ad Albano. Ma se Michael Jackson manco sa che Albano esiste!»
Insomma una serie di argomenti tanto eterogenei?
«È più divertente zompettare da una parte all’altra, perché ci sono vari aspetti, non è che si può sempre e solo raccontare la storia ufficiale, quella che sta scritta sui libri. Il nostro scopo è suscitare curiosità. Quest’anno per esempio abbiamo aggiunto la discesa dell’uomo sulla Luna, avvenuta in un’epoca in cui c’era a mala pena il ferro a vapore e il telefono era un oggetto che pesava ancora 5 chili. Tuttavia la Nasa è riuscita a realizzare un’impresa straordinaria, un vero miracolo, ma che di fatto non è servito a niente».
Il monologo si intitola «Per fortuna che c’è Riccardo». Forse una scelta autocelebrativa?
«In realtà si riferisce a una frase che mi sono sentito ripetere mille volte quand’ero piccolo. Dopo che è uscita la canzone di Gaber, non appena dicevo di chiamarmi Riccardo tutti me la cantavano».
Una specie di ossessione.
«No, però devo dire che ancora oggi qualche volta succede che qualcuno associ le due cose».
La sua gavetta rimanda all’esperienza in televisione. Che tipo di approccio ha avuto con il teatro?
«È una dimensione che mi piace molto. Vedere quegli occhietti che stanno là, tutti attenti e pronti a seguirti, mi riempie di gioia».
Quale pensa sia il trucco per far ridere la gente?
«Il mio non è un trucco, l’unico modo che conosco è l’ironia, un’ironia puntuta, capace di acchiappare tutti, compreso me stesso».
Quindi tu ti diverti in scena?
«Sì, mi diverto tantissimo».
Lei è diventato famoso recitando in una serie televisiva intitolata «I ragazzi della Terza C». Il suo non era un personaggio principale, ma ha colpito tutti. Come se lo spiega?
«Facevo Mazzocchi, il cattivo. Secondo me a scuola c’era sempre qualcuno che ti stava antipatico e per questo in tanti mi hanno associato al suo ricordo. È stata una specie di catarsi».
Per fortuna che c’è Riccardo sarà in scena al teatro Parioli fino al 26 novembre, dal martedì al sabato alle ore 21.

30 e la domenica alle ore 18.

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