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La mia giornata da eco maniaco: cibo insostenibile e sesso riciclato

C'è un pianeta da salvare e nemmeno un minuto da perdere, così abbiamo deciso di seguire alla lettera i consigli ambientalisti più estremi, a costo di diventare Hulk

La mia giornata da eco maniaco: 
cibo insostenibile e sesso riciclato

Stamattina ti sei svegliato strano. E con gli occhi strabici dal sonno hai intrecciato le dita dietro la nuca fissando con intensità il soffitto: «Verde» ti sei detto. «Voglio diventare verde...». Arriva sempre il giorno del giudizio, il giorno in cui capisci che c’è un pianeta da salvare e nessun attimo da perdere, il giorno in cui decidi di rendere tutte le tue abitudini di vita eco compatibili, seguendo alla lettera gli ultimi comandamenti verdi arcobaleno. Quel giorno è oggi. Tocca responsabilizzarti. Cascasse il mondo.
Condizione preliminare: bisogna diventare permaloso come un ecologista. Se spari una battutina scema sul global warming ti guarda come se avessi appena sterminato una mandria di gnu striati del Serengheti tanzano. Metterò su l’espressione severa ma giusta di Mauro Paissan. E dirò di no a tutto. Le tengo aperta la porta, dottò? No. Ci facciamo un cafferino, vecchio mio? No. Mi scusi, che ore sono?... No.
È ora che mi alzo, la fine del mondo è vicina e devo trovare l’abito adatto. Da Tokyo le ragazze mela verde della People for the Ethical Treatment of Animals, sono scese in piazza con l’abito che fa per me: il bikini in foglie di lattuga. E sotto la lattuga niente. Farò così. Del resto meglio vestito di lattuga che da finocchio. Certo che andare in giro con la faccia di Paissan e il tanga di lattuga... Una doccia però, prima è obbligatorio fare una doccia. Gli eco giapponesi, sempre loro, suggeriscono la vasca, che consuma meno, e di riutilizzare la stessa acqua calda tra tutti i parenti. Se prima ti scappa, mi preoccupo, stai comunque sereno: sulla carta igienica hanno stampato le poesie così non la uso. Meglio l’ultimo metodo brasiliano la «xixi no banho», cioè fare pipì nella doccia. Se mi piscio addosso come la Cariatide di Alan Ford risparmio 12 litri al giorno. Ma divento una ragazza Plin Plin come la Chiabotto.
E se mi viene fame? Niente bistecche: inquinano più di tre ore alla guida di un Suv lasciando contemporaneamente accese tutte le luci di casa. Meglio un piattino di testicoli di canguro meglio noti come saltimbocca alla maori. Ma ho deciso di diventare verde come un rospo e di mangiare come lui. Insetti quindi: inquinano zero e hanno le stesse proteine della carne bovina. Un’insalatina basta e avanza: millepiedi a macchie gialle, scarafaggio americano, mignatta di lago, formiche rosse, tignole, tenebrioni e pulci che compri al mercato. Se devo lavare i piatti posso usare l’acqua utilizzata per cuocere la pasta e per cuocermi la pasta l’acqua riciclata dello sciacquone. Il problema è: se invece dei vermicelli di grano con patate, rucola e pancetta mi sono mangiato i vermicelli di letame che di solito uso per gli ami da pesca come cavolo faccio a lavare i piatti? Una soluzione eco sostenibile ci sarebbe: divento cannibale ed elimino il principale responsabile dei gas serra, l’uomo in persona. Comincerò dalla mia vicina che è carina da matti. Mia suocera invece la servirei sul piatto di Ermete Realacci. È un po’ indigesta ma tanto buona. Resta da capire: una volta che ho salvato tutti gli animali della Terra evitando accuratamente di mangiarmeli che darò loro da mangiare? Cibo bio compatibile: Pecoraro Scanio. A meno che lui non riesca a convincere col dialogo la pantera tigre di Sumatra a ruminare chewing gum come la mucca Ercolina.
Ah, durante la giornata mi devo anche ricordare di respirare poco per ridurre al massimo il tasso di Co2 che butto nell’aria, adottare a distanza una gran bella foca che somigli magari a Brigitte Bardot giovane, consumare cibi a chilometro zero, cioè praticamente farmi il giardino di mignatte in terrazzo pisciandoci sopra per risparmiare acqua. E sul lavoro niente computer. L’informatica del mondo produce da sola lo stesso gas serra di tutte le linee aeree mondiali messe assieme. E un paio di ricerche su Google fa gli stessi danni di un bollitore elettrico per il tè. Sento di aver bisogno di una camomilla.
Siamo al momento topico della giornata. Il sesso. Al posto del Kamasutra e della serie dvd da collezione «Biancaneve e i sette negri» consulto il decalogo degli eco amanti vergato dalla sezione messicana di Greenpeace del Messico. Uno: fare l’amore a luci spente come Bobo Vieri in autostrada. Due: usare lubrificanti senza vasellina. Tre: usare il profilattico ma di carta riciclata. Quattro: farti un piatto di ostriche ma solo se sai da dove arrivano. Cinque: farti direttamente le ostriche perchè voglio vedere a queste condizioni chi ha il coraggio di uscire con te.
Hai ragione. Piuttosto che vivere così meglio morire. Per questo ho il catalogo. Sono le novità presentate alla London Green Funeral Exhibition, la prima fiera della sepoltura eco compatibile. Posso scegliere tra una bara biodegradabile di cartone e un’urna cinerarie di bambù. Per conservarmi cadavere meglio il ghiaccio secco della tossica formaldeide, lo usano, mi sa, pure a «Celebrity Bisturi». Sennò si può fare come l’eco fanatica Toni Vernelli: si è fatta sterilizzare per non avere figli. Sono tossici, inquinano il pianeta e dannosi a prescindere.

È l’unico consiglio giusto. Non mi ha mai voluto ascoltare, ma sai quante volte l’ho ripetuto alla mamma di Ahmadinejad?

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