Cronaca locale

Mia Martini, quando il destino è cieco

Quando la canzone finisce per compenetrare la parola detta, un'emozione intensa sconfina al di là della scena, andando a toccare gli animi del pubblico più sensibile. Gianluca Ferrato, da questa sera al Teatro Litta con Dove il cielo va a finire - Una storia per Mia Martini ricorda, attraverso lo sguardo silenzioso e oscurato del protagonista, una cantante che ha commosso l'Italia con la sua musica e con la vicenda personale.
«Dopo aver reso omaggio a Luigi Tenco con Quante vite avrei voluto - racconta Gianluca Ferrato - celebro la memoria di Mimì e il suo spessore artistico». Sul palco, Ferrato veste i panni di un uomo cieco che si innamora di Luciana, una donna bellissima e affascinante corteggiata da tutti gli uomini che vorrebbero soggiacere con lei. Ma quando Luciana decide di abbandonare il paesino e di scappare dalla sua realtà, per il giovane inizia un periodo di grande lutto. «Attraverso una difficile operazione di immedesimazione, sulla scena sono veramente cieco. Non vedo nulla e mi muovo all'interno di un labirinto verticale, ebbro d'amore per questa ragazza, innamorato del dolore di questa vittima della famiglia».
Dodici maggio 1995. Luciana torna in paese per chiudere i conti con il passato. Mia Martini muore. «Quest'uomo resta impigliato tra i destini delle due donne e tutta la loro magia confluirà in lui, che perderà il suo canto».
Pezzi di Maurizio Fabrizio, di Ivano Fossati e degli autori più conosciuti che hanno rappresentato per Mia Martini dei punti fermi dal punto di vista professionale vengono snocciolati durante lo spettacolo, dando vita ad una frammentarietà poetica incorniciata dalla suggestione della musica suonata da vivo.
«La capacità di Piergiorgio Paterlini di far convivere sulla scena la musica, che segue un percorso parallelo alla storia umana dei suoi protagonisti, è davvero magistrale. Accompagnato sulla scena dalla musica di Claudia Poz al violoncello, dal sassofono e dalla voce del soprano Daria Scipioni e dalle note del pianoforte di Emilio Marinelli, diretto da Bruno Montefusco, sono il protagonista di una vicenda frutto della fantasia dell'autore, che ha scelto la storia di quest’uomo cieco, fornendo un pretesto non così scontato per poter ricordare Mia Martini».
Il monologo, con canzoni di Paterlini - formula azzeccata, visto i consensi, per coniugare la prosa con la grande musica contemporanea - non prende spunto dalla biografia della cantante. Nessuna celebrazione, nessun didascalismo; è solo per caso che Gianluca Ferrato incrocia, in modo inaspettato, la storia di Mia Martini.
Dove il cielo va a finire
Teatro Litta
dall'8 al 20 gennaio
Da martedì a sabato 20.

30

festivi 16.30
Ingresso da 12 a 9 euro
Informazioni: 02-86454545

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