La michetta vietata alla domenica

La michetta (che non esiste più) e la cassoeula (che ben pochi ormai mangiano), saranno questi i primi due prodotti e piatti come il Comune di Milano difenderà attribuendo loro la DeCo, la Denominazione di identità Comunale, un riconoscimento di tipicità locale, sempre che, a disciplinare pronto, tutti rispettino i paletti posti perché non ha senso parlare di identità del territorio se poi si usano materie prime qualsiasi, cinesi e taroccate comprese. Una forma di pane e un super piatto unico di verze e maiale, a loro favore si sono espressi gli esperti riuniti da Tiziana Maiolo, assessore alle attività produttive. Il 7 dicembre la delibera nel giorno di Sant’Ambrogio e poi tutti idealmente a tavola.
Certo che fa specie vedere come da una parte il Comune elegge l’umile michetta a suo simbolo gastronomico e dall’altra la Regione Lombardia sta per approvare un cervellotico divieto di panificare la domenica, come se oggi il pane fosse fatto ancora come nei buoni tempi antichi, ore e ore di fatica. Siccome Andreotti ci ha insegnato a pensare male, non ha certo torto Rocco Princi, re del pane d’autore, quando sente puzza di bruciato: «È un regalo alla grande distribuzione».

E pure un’offesa al consumatore perché non si vieta l’apertura dei prestinai, visto che saranno liberi di vendere il pane del giorno prima o quello congelato. Come se un cuoco fosse obbligato a servire solo ribollite o quattrosalti sotto zero. Princi è pronto a raccogliere firme e il 2 dicembre aprirà anche in via Speronari. Di domenica.

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