Il Milan corre: ci pensa Ibra L'Inter segue: ci pensa il Pazzo
23 Gennaio 2012 - 10:15Zlatan e Robinho liquidano il Novara. Ma un mese terribile aspetta i rossoneri. L'Inter resta bella col Principe Pazzo: Lazio disinnescata, la corsa continua
Per cambiare marcia, c’è bisogno dell'arrivo di un giovanotto di belle speranze, già ammirato, mercoledì scorso contro il Novara sempre ma in coppa Italia. Il suo nome non è un mistero: si tratta di El Shaarawy.
La sua vivacità, i suoi dribbling efficaci, la sua minaccia costante alla difesa novarese, consentono a tutta l'armata di dimostrare subito un altro spirito e anche un altro piglio. Anche perché nel frattempo la presenza di Emanuelson sul fianco sinistro arretrato, da terzino al posto di Antonini, permette di sfondare più volte e di apparecchiare a ripetizione manovre avvolgenti.
In una di queste tocca al capitano Ambrosini trovare il varco giusto per Ibra, piombato in area come un falco. La vecchia guardia non tradisce mai.Non solo.Ma,appena è sorretto da una decente condizione fisica, Ambrosini riesce a fare un figurone anche da mezz’ala destra, mansione per la quale sembrava addirittura negato a giudicare dalla perfomance di Lecce, ad esempio.
A quel punto, trovato il vantaggio, per il Milan è un giochino da ragazzi rintuzzare quel po’ di reazione organizzata dal Novara (un tiro di Caracciolo deviato in angolo da un attento Amelia) e mettere in cassaforte il risultato grazie a El Shaarawy (il suo destro a incrociare, sulla linea, viene deviato da Robinho come fece Tomasson con Inzaghi contro l'Ajax in Champions per avere un riferimento) e al solito tacco di Ibra che continua a far coppia, nella classifica speciale, con Di Natale, a quota 14. L'ultimo sigillo gli riesce in modo casuale ma spettacolare al tempo stesso, con un tacco sull'uscita avventurosa del portiere. Finché c'è lui in piena forma e magari senza attaccar briga con chiunque capiti a tiro (con Rubino ieri nel finale), il vero santo protettore dei milanisti, Allegri può continuare a inseguire la Juve che viaggia a velocità supersonica. «Il mio preferito - sorride Galliani - è sempre Van Basten, ma se Ibra continua così…»: 14 gol in 16 presenze (di campionato) sono una media vertiginosa, quasi un gol a partita. Segna in tutti i modi possibili, gli manca solo il timbro su punizione, inseguito con ostinazione anche ieri a Novara. Ma adesso, per il Milan, cominciano i lavori forzati. Perché da giovedì (Lazio in coppa Italia, quindi Udinese, Napoli, Juve e Arsenal in Champions) dovrà scalare le montagne russe.
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