Il Milan corre: ci pensa Ibra L'Inter segue: ci pensa il Pazzo

Zlatan e Robinho liquidano il Novara.  Ma un mese terribile aspetta i rossoneri. L'Inter resta bella col Principe Pazzo: Lazio disinnescata, la corsa continua

Il Milan corre: ci pensa Ibra L'Inter segue: ci pensa il Pazzo
Novara - Se la Juve è il generale in­verno del calcio italiano, il Milan può considerarsi il suo vice co­mandante più accreditato. Non solo per i tre squilli di tromba di ie­ri pomeriggio, nel tepore di Nova­ra, ma per i 40 punti realizzati che sono un bel gruzzoletto se si tiene conto in particolare della falsa par­tenza. Sono il suo fatturato e lo sco­re realizzato lontano da San Siro (sesto successo della serie) a lucci­care in una domenica scandita dalle solite imprese balistiche di Ibrahimovic ma rimpicciolita dal­lo spessore modesto, molto mode­sto, del Novara. Risulta ancora in­spiegabile, a molti mesi di distan­za dall’evento che qui ricordano al pari della festa per il patrono San Guadenzio celebrata ieri nel­la vana speranza di un miracolo, come abbia fatto l’Inter di Gasperi­ni­a finire nella tela del ragno e a ri­mediare una malinconica e clamorosa sconfitta. Il Milan non corre mai seri rischi, semmai si lascia censurare all'intervallo per la singolare strategia osservata nella circostanza con Ibrahimovic e Ro­binho, idueattaccantidiruolo, sem­pre fuori dall'area di rigore, e Noce­rino, un centrocampista, chiamato a percussioni e blitz nell'area di rigo­re piemontese affollata come una stazione della metropolitana di To­kio all'ora di punta. È vero, lo svede­sone si esercita al tiro su un paio di punizioni dal limite cui si oppone con merito il portiere Ujkani, è vero lo sciagurato Egidio Robinho riesce a sbagliare, su una respinta del nu­mero uno locale, un gol dei suoi, da vecchia edizione 'maidiregol' per intendersi, è vero Caracciolo, sulla linea di porta, salva due gol fatti di Thiago Silva e Mexes ma a un Milan appena più determinato bastereb­be il minimo sindacale per piegare la resistenza del Novara e incassare il dovuto, i tre punti quindi già nel primo tempo.

Per cambiare marcia, c’è biso­gno dell'arrivo di un giovanotto di belle speranze, già ammirato, mer­co­ledì scorso contro il Novara sem­pre ma in coppa Italia. Il suo nome non è un mistero: si tratta di El Shaa­rawy.

La sua vivacità, i suoi drib­bling efficaci, la sua minaccia co­stante alla difesa novarese, consen­tono a tutta l'armata di dimostrare subito un altro spirito e anche un al­tro piglio. Anche perché nel frat­tempo la presenza di Emanuelson sul fianco sinistro arretrato, da terzi­no al posto di Antonini, permette di sfondare più volte e di apparecchia­re a ripetizione manovre avvolgen­ti.

In una di queste tocca al capita­no Ambrosini trovare il varco giu­sto per Ibra, piombato in area co­me un falco. La vecchia guardia non tradisce mai.Non solo.Ma,ap­p­ena è sorretto da una decente con­dizione fisica, Ambrosini riesce a fa­re un figurone anche da mezz’ala destra, mansione per la quale sem­b­rava addirittura negato a giudica­re dalla perfomance di Lecce, ad esempio.

A quel punto, trovato il vantag­gio, per il Milan è un giochino da ragazzi rintuzzare quel po’ di reazio­ne organizzata dal Novara (un tiro di Caracciolo deviato in angolo da un attento Amelia) e mettere in cas­saforte il risultato grazie a El Shaa­rawy (il suo destro a incrociare, sul­la linea, viene deviato da Robinho come fece Tomasson con Inzaghi contro l'Ajax in Champions per ave­re un riferimento) e al solito tacco di Ibra che continua a far coppia, nella classifica speciale, con Di Na­tale, a quota 14. L'ultimo sigillo gli riesce in modo casuale ma spetta­colare al tempo stesso, con un tac­co sull'uscita avventurosa del por­tiere. Finché c'è lui in piena forma e magari senza attaccar briga con chiunque capiti a tiro (con Rubino ieri nel finale), il vero santo protetto­re dei milanisti, Allegri può conti­nuare a inseguire la Juve che viag­gia a velocità supersonica. «Il mio preferito - sorride Galliani - è sem­pre Van Basten, ma se Ibra conti­nua così…»: 14 gol in 16 presenze (di campionato) sono una media vertiginosa, quasi un gol a partita.

Segna in tutti i modi possibili, gli manca solo il timbro su punizione, inseguito con ostinazione anche ie­ri a Novara. Ma adesso, per il Milan, cominciano i lavori forzati. Perché da giovedì (Lazio in coppa Italia, quindi Udinese, Napoli, Juve e Ar­senal in Champions) dovrà scalare le montagne russe.

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