Milan, prima missione compiuta. Inzaghi scalda i motori per Atene

I rossoneri pareggiano con il Catania e conquistano aritmeticamente la partecipazione in Champions. Super Pippo segna due gol (annullati)

Milan, prima missione compiuta. Inzaghi scalda i motori per Atene

Bologna - Prima missione compiuta. Il Milan ha da ieri sera la garanzia aritmetica di partecipare alla prossima Champions league, passando attraverso la cruna dell’ago del turno preliminare. Fu l’obiettivo minimo, dichiarato, all’alba della sua stagione sulfurea e qui risulta centrato. Con una rincorsa prodigiosa, aiutata anche dal cedimento clamoroso e pesante del Palermo. La seconda missione comincia questa mattina e si intitola Atene dal nome della capitale sede della finale di Coppa Campioni, undicesima della storia rossonera, contro il Liverpool gatto nero di Istanbul. Due anni dopo, il calcio concede una suggestiva rivincita: che meraviglia. Da oggi Berlusconi e Galliani, Ancelotti e Kakà, tutto il Milan insomma possono dedicarsi al viaggio alle falde dell’Acropoli, raccogliere un po’ di energie vitali e sciogliere i nodi che hanno attinenza specifica con lo schieramento da mandare in campo la sera del 23 maggio. La squadra è fatta, non ci sono grandi ballottaggi. C’è solo un romantico e legittimo tentativo di portare ad Atene, tredici anni dopo il trionfo sul Barcellona l’ultimo della schiatta degli Invincibili, Paolo Maldini, capitano in carica tentato dall’idea galeotta di continuare per un solo motivo, ritornare a Tokio. Ma per conquistare un volo verso il Giappone e l’ennesima finale della sua carriera strepitosa, bisogna spezzare l’incantesimo Liverpool. Alla prova generale di ieri, Paolo Maldini si presenta in uno stato di forma insufficiente. Non giocava dalla notte di Manchester: i suoi recuperi fisici, un tempo veloci come il suono, son diventati complicati. Kaladze è più avanti e sembra arrampicarsi meglio sul perticone inglese che avrà davanti. Come si capisce al volo, non è una questione tecnica né fisica ma solo sentimentale. Alzi la mano chi ha cuore di negare a Paolo Maldini la finale.
L’altra presunta incertezza è risolta dai fatti e dal rendimento di Bologna. Inzaghi comincia a sentire l’aria della notte magica, si prepara con un paio di golletti annullati per fuorigioco dall’arbitro Saccani contro il Catania, si vede che è nettamente migliorato rispetto a Monaco di Baviera. Il problema è il guardiano dell’argine di destra: l’ultimo rinforzo del mercato rossonero, Oddo, si è lasciato maltrattare da Vargas, non da Cristiano Ronaldo e nella chiusura sul gol di Spinesi è sembrato attento come un liceale il giorno prima di partire per le vacanze. Cafu, secondo i resoconti di Milanello, è in grado di fornire maggiori garanzie. Il resto del Milan è pronto per l’appuntamento. Persino Dida ha dato prova di una ritrovata vena volando a pochi minuti dalla fine per deviare una stoccata al volo di Caserta che avrebbe girato al Catania un clamoroso successo. L’unico neo nella prova del primo tempo è dato dall’opportunità persa di sigillare il successo, guadagnato con il sinistro di Seedorf (triangolo con Jankulovski e Kakà) dopo sei minuti di gioco. Pantanelli è stato eroico: ha deviato almeno tre prodezze balistiche di Pirlo, Kakà e Seedorf consentendo ai suoi, nella ripresa, di recuperare un inatteso pareggio (volee di Spinesi su dormita di Oddo). Il Catania rimedia un punticino di discreto valore. Nel finale tira fuori gli artigli, ha ancora forza per riuscire a salvarsi.

Tutto è filato liscio prima della gara e allo stadio nel giorno del ritorno del pubblico per una partita formalmente interna dei siciliani dopo i gravi fatti del 2 febbraio. A Bologna sono arrivati circa 4.000 tifosi etnei.

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