Roma - Tutti gli occhi sono puntati su Dida, ma per una sera il protagonista in negativo è il giovane collega della Lazio Muslera. La tranquillità del portiere brasiliano, praticamente inoperoso in novanta minuti, è tutta nell’applauso che rivolge a Kakà dopo il secondo gol personale del brasiliano. Le immagini della disfatta laziale sono tutte nelle incertezze del 21enne portiere uruguaiano, seconda scelta di Lotito dopo che a fine mercato era saltato l’affare Carrizo. Ma al di là degli evidenti errori di Muslera (Delio Rossi dovrà meditare se rinunciare ancora a Ballotta o se cercare di convincere Peruzzi a tornare, magari prima che accetti le lusinghe del Milan), la Lazio paga sia il calo di tensione e fisico dopo la serata magica con il Real Madrid, sia la voglia del Milan di interrompere la striscia senza vittorie in campionato (i rossoneri non vincevano dal debutto a Genova).
Il risultato parla da solo, la squadra di Ancelotti dà una risposta importante e manda un segnale importante alle rivali. Stavolta non si parla di Dida, ma del solito Kakà (implacabile dal dischetto, quattro su quattro il suo score) e anche alle prime reti stagionali di Gilardino. Che offre una prova determinata e riceve un’importante iniezione di fiducia prima della sosta, nonostante sia stato ancora una volta accantonato da Donadoni. Che il Milan si fosse preparato bene per questa partita e fosse più tranquillo, si vede sin dall’inizio. Anche se non ci si sarebbe aspettati una Lazio così deludente. E dopo gli applausi per la prova con il Real, torna la contestazione furiosa nei confronti del presidente Lotito (che deve abbandonare la tribuna addirittura sul 3-1, perdendosi le due prodezze di Gilardino). Ora la classifica biancoceleste si fa pericolosa.
Delio Rossi schiera un Rocchi ancora acciaccato e l’assenza dell’infortunato Ledesma (ieri è stato operato al menisco, tornerà in campo fra un mese) lo costringe a ridisegnare la squadra: il 4-4-2 porta all’arretramento a sinistra di Mauri e l’impiego di Mutarelli nel ruolo di regista. A destra agisce l’asse Del Silvestri-Behrami. Il Milan recupera tutti gli infortunati e tranne Kaladze e Jankulovski può schierare la formazione migliore possibile (con Inzaghi «centellinato» che resta in panchina). La serata laziale gira subito male per gli errori di Muslera. Si comincia con un’uscita sbagliata che rischia di favorire Bonera che, sotto porta, dimostra di non avere il fiuto di una punta.
Poi l’uruguaiano commette un fallo su Gilardino che sembra da rigore. Nell’occasione galeotto l’auricolare che fa pasticciare l’arbitro Morganti e il suo assistente Pirondini: per il primo non è penalty, il secondo gli segnala qualcosa tanto che Morganti indica il dischetto. Poi un lungo colloquio tra i due, che conferma l’iniziale decisione del fischietto di Ascoli tra le proteste dei giocatori del Milan. Che vogliono cancellare in fretta la serata maledetta di Coppa.
Il «capolavoro» di Muslera dà loro un mano al 16’: Ambrosini butta un pallone in area da centrocampo, il portiere laziale è fuori dai pali e si fa scavalcare goffamente. La reazione della Lazio è immediata: il giovane De Silvestri serve Mauri in area che agguanta il pari. Ma è l’unico vero guizzo dei biancocelesti. Muslera interviene ancora su Gilardino e stavolta è rigore: Kakà trasforma e la partita prende una piega favorevole ai rossoneri. Da segnalare un episodio curioso alla fine del primo tempo: De Silvestri e Nesta si scambiano la maglietta.
Nella ripresa non c’è match: il Milan dilaga con azioni di rimessa, Kakà «umilia» Stendardo e fa il bis, salendo a quota sei in classifica
cannonieri, poi Gilardino cancella il suo zero stagionale con due reti da vero attaccante. La Lazio non esiste più, ma la punizione è davvero pesante: l’ultimo 5-1 casalingo risaliva al famoso derby con la Roma del 2002.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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