Milan, vertice anticrisi: scoperti i 7 vizi capitali

Confronto chiesto da Ancelotti: parola a ogni giocatore Seedorf: «Così rischiamo di rovinare anche la Champions»

Cinque più e due meno. Ecco la formula magica scoperta dal Milan ieri mattina per uscire dalla curva a gomito della sua crisi. Sono condensati lacune e limiti della squadra fotografati dallo spogliatoio nel summit di ieri mattina promosso da Ancelotti. Parola ai diretti interessati: ciascuno, per suo conto, ha detto la sua. Di cosa ha bisogno, allora, il prossimo Milan? Più attenzione (specie in difesa), più velocità (la condizione fisica non è in discussione), più determinazione (nei momenti di difficoltà si butta a casaccio la palla alta), più continuità (una prova buona e l’altra moscia), più gol (oltre agli stenti di Inzaghi e Gilardino ci sono le responsabilità sull’infortunio toccato a Ronaldo). Non basta: per essere ancora più spietati, dalle viscere del Milan vengono fuori anche due meno. La squadra deve essere meno vanitosa e meno individualista. Mica male come risultato finale di una sorta di intervista privata sui mali, sottili e non, della squadra campione d’Europa.
In pubblico, ciascuno sceglie gli accenti desiderati. Per esempio Clarence Seedorf nell’intervento quotidiano, offre una lettura interessante della questione. «Basta fare regali» è il suo grido di dolore, riferimento esplicito alle vicende della difesa nella quale insistono troppe disattenzioni, nessun leader e molte lacune che si sommano una all’altra, il portiere, più il difensore di turno, ora Kaladze, ora Bonera, ora Nesta, ora Favalli, ora Jankulovski. Non solo, ma sempre Seedorf mette l’accento su un rischio effettivo a poche ore dal viaggio in Scozia sulle orme del Celtic che qualche mese addietro diede il via alla rincorsa impossibile verso la finalissima di Atene. «Se continuiamo a comportarci così in campionato, finiremo con l’influenzare anche la Champions negativamente» è il suo avvertimento concluso da un invito a restare compatti, uniti, «perché siamo una delle poche squadre capaci di resistere alle critiche nei momenti no» ricorda con grande soddisfazione.
Assente Adriano Galliani (atteso a Milanello per la presentazione di un torneo), il microfono passa a Paolo Berlusconi, vice-presidente del club, capace di stemperare le tensioni. «La tranquillità di Ancelotti è una garanzia» il suo primo puntello: di fatto serve a spazzar via dal cielo di Milanello qualsiasi nuvola sui rapporti tra tecnico e Kakà. «A gennaio, con Ronaldo guarito e la possibilità di schierare Pato comincerà il campionato del Milan» l’altra frase chiave di Paolo Berlusconi. Che fa rima con le insofferenze del pubblico amico. «Forse, come dice mio fratello, è un Milan sazio» scolpisce cogliendo nel segno.
Nel frattempo Simic minaccia una fuga imminente da Milanello.

«L’anno scorso giocai 35 partite, quest’anno neanche un minuto: se continua così a gennaio vado via» minaccia il croato ignorato da Ancelotti. Dida convocato è la sorpresa del viaggio a Glasgow di questa mattina. Non doveva restare 10 giorni fermo? La fiducia nei confronti di Kalac vacilla.

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