Oltre all'Istituto Neurologico Besta, fiore all'occhiello della sanità pubblica italiana, altre realtà si sono affermate in questi anni a Milano. Molti sanitari e ricercatori hanno fatto della capitale lombarda un centro di eccellenza nelle scienze neurologiche. L'impiego della microchirurgia per lesioni craniche, il diffondersi dei fattori di crescita e delle colture cellulari per rigenerare i tessuti ossei vertebrali e cartilaginei, l'elettrostimolazione per curare malattie come il Parkinson e i disturbi motori, la sala operatoria informatizzata con lo sviluppo di sistemi di navigazione computerizzati, sono solo alcuni degli aspetti innovativi che stanno cambiando profondamente l'azione del neurochirurgo.
Si aprono quindi importanti prospettive per la cura di patologie come la depressione, gli stati ossessivo-compulsivi, i tic nervosi, le malattie neurodegenerative in un sinergismo tra psichiatri, neurologi e neurochirurghi per una nuova neuropsichiatria e per lo studio dei tratti comuni di queste patologie.
Inoltre l'invecchiamento della popolazione moltiplica le malattie degenerative del rachide cervico-lombare creando un numero sempre maggiore di persone con patologie come le ernie del disco, la stenosi lombare, le discartrosi cervicali, le spondilolistesi, che richiedono l'intervento del neurochirurgo.
Parliamo di questi progressi e delle nuove metodiche che si stanno adottando con il professor Maurizio Fornari, direttore del dipartimento di neurochirurgia dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Galeazzi di Milano, centro di riferimento per neurochirurgia e ortopedia.
«I risultati che finora siamo riusciti a ottenere sono il frutto di collaborazioni grazie alle quali si catalizza l'eccellenza nell'ambito delle neuroscienze. Da più di 5 anni il nostro reparto, grazie alla presenza del professor Antonio De Santis, è sede d'insegnamento della scuola di specialità di neurochirurgia dell'università degli studi di Milano. Collaborazione universitaria estesa anche alla divisione di otorinolaringoiatria (polo San Paolo) nell'ambito del trattamento chirurgico miniinvasivo endoscopico delle lesioni dell'ipofisi e del basicranio gestita dal dottor Giovanni Lasio e dal professor Giovanni Felisatti. Attualmente sono in corso differenti programmi di ricerca (avvalendosi di diverse collaborazioni tra cui la divisione di endocrinologia dell'ospedale Niguarda e degli ospedali Riuniti di Bergano) sugli adenomi ipofisari, volti a sviluppare nuove prospettive terapeutiche e approcci chirurgici innovativi.
Ma le nostre collaborazioni non si limitano a questi campi - precisa il professor Fornari. Grazie al dottor Domenico Servello e al professore Mauro Porta già da anni ci possiamo giovare della collaborazione dell'Istituto neurologico Mondino di Pavia, nel trattamento dei paziento con malattia di Parkinson. Oltre alla collaborazione con la clinica neurologica dell'università di Chieti e l'University of Gainsville (Florida - Usa), con la clinica psichiatrica dell'università di Milano (stimolazione cerebrale profonda per il trattamento di disturbi del movimento - malattia di Parkinson, sindrome di Tourette, distonia e tremore, dei disturbi comportamentali e ossessivo-compulsivi).
In Lombardia la chirurgia spinale è particolarmente sviluppata: già ora si effettuano oltre 13mila interventi all'anno, un numero destinato a crescere enormemente. Al Galeazzi sono stati trattati migliaia di casi di patologia spinale con tecniche innovative e mini-invasive, i cui risultati sono stati pubblicati su rinomate riviste scientifiche come il Journal of Neurosurgery e l'European Spine Journal. «Nell'ambito della chirurgia spinale negli ultimi anni si è osservata una vera rivoluzione; casi che solo 10 anni fa erano considerati inoperabili oggi vengono trattati regolarmente grazie all'innovazione tecnologica. L'Istituto Galeazzi si è dotato, secondo in Europa, di un sistema di navigazione spinale e di una Tac intraoperatoria che garantisce una informatizzazione dell'imaging del malato.
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