Milano - Oltre 50mila persone in piazza per la sicurezza, a Milano. Sono in tanti, tantissimi a sfilare questa sera alla fiaccolata guidata dal sindaco di Milano Letizia Moratti, da corso Venezia lungo corso Buenos Aires fino a piazza Argentina. Tra i partecipanti anche il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Ad aprire la fiaccolata lo striscione «Milano chiede sicurezza» e tante sciarpe di Forza Italia con la scritta «proteggiamo Milano», striscioni contro immigrati clandestini, "zingari" (dei leghisti) e contro il governo Prodi.
La Moratti: "Milano dice basta. Scriverò ad Amato". «Siamo in tanti, ci
sono tante città da Trieste a Palermo in piazza per dare
un segnale nuovo di cultura della sicurezza e la legalità. Un
segnale che parte da Milano». La Moratti guida il corteo con la sicurezza del leader, di chi combatte una battaglia sacrosanta anche se esclude che la
manifestazione abbia un significato politico: «È un messaggio
sociale non politico - chiarisce- perché la politica
deve saper cogliere i bisogni sociali dei cittadini». Se domani Letizia dovesse ricevere una chiamata del ministro degli Interni Amato, per ottenere delle risposte sulla sicurezza
annullerebbe tutti gli impegni. «Questa sera la Milano che lavora,
che produce, che accoglie, dice basta», dice ancora il sindaco tra
gli applausi scroscianti della gente. Un basta allo spaccio di
droga, alla prostituzione, alle truffe agli anziani, alla
violenza a donne e bambini ma anche alle occupazioni abusive,
alle rapine, al degrado «e alle sopraffazioni da parte di
immigrati irregolari». Il sindaco ha difeso il lavoro
fatto dal suo predecessore, Gabriele Albertini, che ha creato il
sistema di videosorveglianza più completo del Paese e ha fatto
un accenno anche al governo Berlusconi, all'ex premier che ha
voluto essere presente questa sera. «Grazie al sostegno del
precedente governo - ha ricordato - Milano ha avuto fondi
necessari a mantenere fermo il bilancio a favore della
sicurezza».
«Milano fa la sua parte ma ha
chiesto e chiede risposte concrete all'unico responsabile e
garante dell'ordine pubblico delle nostre città: il governo di
Roma. Chiede di darci risposte che Milano merita».
Il sindaco nel suo intervento dal palco ha ripetuto ancora
una volta di avere fatto richieste per mesi e mesi e quando ha
detto di aver scritto a Prodi, il nome del premier è stato
accolto da diversi "buuh...". «Non si è mosso nulla - ha
aggiunto -. La vostra, la nostra mobilitazione invece ha
finalmente cambiato le cose. Dobbiamo perciò vigilare - ha proseguito - perché questi
impegni diventino realtà. Voi con la vostra risposta al mio
appello mi avete dato la forza di chiedere ciò
che è nostro diritto. «Grazie alla forza che mi date
sarò sempre al vostro fianco». «Domani - ha detto a fine manifestazione - scriverò una lettera
per chiedere di convocare il tavolo che il ministro Amato ci ha
promesso».
Berlusconi: "Il governo ha fatto passi indietro" «Siamo venuti qui per dire basta on la politica di questo governo. Siamo qui per dire al governo he è ora di cambiare la sua politica»: così Silvio
Berlusconi ha salutato dal palco i manifestanti che l'hanno acclamato a lungo. «Domani in Senato cominceremo con un' opposizione a questo governo seria e igorosa. È tempo che questo governo si dimetta».«La percezione della sicurezza non
c'è, c'è una percezione di insicurezza. Ci sono interi quartieri occupati da emigranti - ha detto il leader della Cdl -
e non c'è una presenza di forze dell'ordine rassicurante». Berlusconi ha spiegato, in mezzo a una
folla di cronisti e simpatizzanti, prima di salire sul laco, che «a Milano e in altri posti
ci sono state violenze diffuse» ed ha detto di essere «qui per
questo, a manifestare, perché da parte del governo su questo
punto c'è una scarsa attenzione». «La sicurezza non è nemmeno
presente nei dodici punti del nuovo programma di governo
illustrato recentemente dal presidente Prodi - ha aggiunto il Cavaliere -. Si sono fatti - ha spiegato - passi indietro perché da un
lato, con la Finanziaria, si sono ridotti di 500 miliardi i
fondi a disposizione delle forze dell'ordine, dall'altro lato si
pratica la politica delle porte aperte per quanto riguarda
l'immigrazione clandestina».
Berlusconi ha quindi sottolineato che «si è sottratto alle
Questure il compito di controllare la legittimità di permanenza
dei cittadini stranieri in Italia. Basta infatti presentare un
documento e dire che si è in cerca di lavoro per potersi
fermare tre mesi per poi rimanere ancora in Italia».
Sempre sul tema dell'immigrazione, l'ex presidente del
Consiglio ha precisato: «Si è manifestata l'intenzione di
chiudere i centri di permanenza temporanea necessari per controllare l'immigrazione
irregolare. Si è messa da parte la politica del rimpatrio. Tutto questo fa incrementare
il numero degli atti di violenza perché queste persone hanno il
problema del sostentamento, che molto spesso viene trovato
attraverso atti che la sinistra chiama impropriamente
microcriminalità».
Il sindaco di Trieste: atto di solidarietà a una grande città del Nord che vive con drammaticità il problema della sicurezza: così Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste, ha giustificato la sua presenza, questa sera, alla fiaccolata. «Il messaggio che vogliamo lanciare - ha detto Dipiazza - è quello della certezza della pena perché non è possibile arrestare i delinquenti alla sera e al mattino dopo rimetterli in libertà. Le forze dell'ordine vanno in questo aiutate». Dipiazza - il quale ha tenuto a precisare che Trieste non ha i problemi di Milano («che è una grande città con 200mila immigrati») - ha tuttavia ribadito che «tutti insieme dobbiamo manifestare su questi temi molto sensibili per la pubblica opinione». Domani il sindaco di Trieste sarà presente alla firma del protocollo d'intesa tra il ministro degli Interni, Giuliano Amato, e il presidente del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, sui temi della sicurezza in regione.
Bossi: "Bene la Moratti" Il sindaco «fa bene a portare i problemi della sicurezza in piazza, trascinando i cittadini». Questo il parere del leader del Carroccio, Umberto Bossi, che ha parlato questa sera ai microfoni di Tele Padania. «Ci sono troppi immigrati e quindi c'è troppa violenza e troppi furti - ha detto Bossi - Milano è una grande città e qui il problema della violenza è molto sentito, anche se non un problema soltanto di questa città».
Il corteo dei Comitati «Non è una pura questione di ordine pubblico che si può risolvere con qualche centinaio di poliziotti perché si ottiene principalmente risanando il degrado e l'abbandono di interi pezzi della città e rendendo migliori e più solidi i rapporti tra i singoli cittadini». Inizia così l'appello per un «Patto di collaborazione per la sicurezza» che i comitati di quartiere e comitati inquilini delle case popolari di Milano hanno scritto e consegnato pochi minuti fa al sindaco di Milano Letizia Moratti a margine della manifestazione che sisi è tenuto ieri in piazza della Scala, in antitesi alla fiaccolata.
L'appello si conclude proponendo quattro punti tra cui la creazione di nove tavoli di lavoro per ascoltare e per rispondere alle richieste che arrivano dal territorio, e a un intervento di riorganizzazione della polizia locale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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